In pensione a 63 anni con il nuovo fondo unico pensioni 2024. La novità principale sul fronte previdenziale del governo è questa, ma nella bozza della legge di Bilancio ecco la sorpresa per certi versi inaspettata. Infatti mentre tutti erano convinti che opzione donna non fosse confermata per il 2024, il governo fa esattamente l’opposto. Nella bozza della manovra finanziaria ecco uscire la proroga di ulteriori 12 mesi per il cosiddetto regime sperimentale contributivo per le donne. Ma che genere di proroga esce fuori adesso per opzione donna? L’approfondimento è necessario perché erano tante le lavoratrici che lamentavano l’inasprimento dei requisiti di accesso alle pensioni al femminile nel 2024.
“Buonasera, sono Elvira e volevo sapere da voi se era tutto confermato con la cessazione di opzione donna nel 2024. Nel 2022 non ho potuto sfruttare la misura perché pur avendo 59 anni di età non avevo ancora 35 anni di contributi. Nel 2023 invece ho raggiunto l’anzianità di contribuzione, ma non rientravo in nessuna categoria per la nuova opzione donna. Adesso sto avviando le pratiche di cambio di residenza per accudire mia madre, gravemente invalida che non può stare più da sola. E avevo deciso di cambiare la residenza per trovarmi nel 2024 con i 6 mesi di coabitazione che servono per opzione donna. Ma il governo decide adesso di spostare tutto a 63 anni. Mi sembra di vivere in un incubo. Ma possibile che cambiano sempre i requisiti per andare in pensione?”
Torna opzione donna nel 2024, ecco la novità dalla bozza della legge di Bilancio
La legge di Bilancio è stata licenziata positivamente dal CDM (Consiglio dei Ministri, ndr), il 16 ottobre scorso. E di opzione donna si parlò soltanto per stabilire la cessazione e la sostituzione con la nuova misura unica a 63 anni. Che per le donne effettivamente segnava un inasprimento dei requisiti di accesso alle pensioni. Perché si passava da potenziali uscite a 58 anni con opzione donna, a uscite con 63 anni dal 2024. Ecco invece adesso, la bozza della manovra finanziaria, che ribalta tutto e prevede la conferma della misura.
Pensione contributiva donne, più anni passano, più si alza l’età minima da centrare
Da ciò che emerge dalla bozza della manovra, diverse lavoratrici potranno ancora godere del beneficio dell’uscita anticipata dal lavoro per il tramite di opzione donna. La misura non cesserà il 31 dicembre prossimo, e pare che resterà in vigore per un altro anno, ma non senza alcune novità. Perché i correttivi 2023 resteranno validi anche nel 2024. E per di più l’età pensionabile passa dal range 58-60 a quello 59-61. Quindi, peggiora l’età minima di uscita. Continua il trend che vuole opzione donna allontanarsi anno dopo anno e proroga dopo proroga.
Opzione Donna e pensioni anticipate, ecco una breve storia della misura
Opzione donna è una misura che è nata nel 2002 con un governo Berlusconi. Le uscite con la misura, che ha nel calcolo contributivo l’unica strada anche se penalizzante, ha interessato sempre le lavoratrici. Fin dalla nascita la misura prevede il raggiungimento di una determinata età e di una altrettanto determinata contribuzione versata. Entrambi i requisiti vanno completati sempre entro il 31 dicembre dell’anno precedente quello di presentazione della domanda. Per opzione donna le dipendenti potevano uscire a 58 anni di età con 35 anni di contributi. Le lavoratrici autonome invece con 59 anni di età e sempre 35 anni di contributi versati. Perché parliamo al passato? perché nel 2023 la misura fu prorogata ma con requisiti peggiori e con una netta limitazione di platea.
Torna opzione donna nel 2024, ecco la novità e cosa cambia
Nel 2023 è cambiato il perimetro di applicazione di opzione donna che è passato da tutte le lavoratrici a solo 4 categorie. Infatti per accedere ad opzione donna bisogna oggi essere alternativamente:
- licenziate;
- assunte in aziende con tavoli di risoluzione delle crisi avviati in sede ministeriale;
- invalide;
- caregiver.
Ma nel 2023 la misura ha avuto un inasprimento di età pensionabile. Infatti l’età minima a 58 anni, da sempre utile a tutte le dipendenti è diventata quella utile solo a licenziate e dipendenti di aziende in crisi o invalide e caregiver, ma solo se hanno avuto due o più figli. Senza figli invece, invalide e caregiver devono aver compiuto, sempre entro l’anno precedente, i 60 anni di età. A 59 anni invece sempre invalide e caregiver possono lasciare il lavoro se hanno avuto un solo figlio. Per il 2024 resta inalterata la platea delle potenziali beneficiarie. Restano i vincoli dei figli e resta pure il meccanismo a finestra che posticipa di 12 mesi la data di decorrenza della prestazione. Ma cambiano le età. Perché potrebbero lasciare il lavoro a 61 anni le invalide e le caregiver senza figli, a 60 anni le invalide e le caregiver con un solo figlio avuto ed a 59 anni le licenziate, le dipendenti di aziende in crisi, le invalide con almeno 2 figli avuti e le caregiver sempre con almeno 2 figli avuti.