Si avvicina la scadenza della riforma pensioni. O almeno il termine ultimo per inserire il programma nel Documento di Economia e Finanza (Def) da presentare entro fine marzo.
Il Def rappresenta l’impalcatura sulla quale si reggerà la riforma nella legge di bilancio 2022 e che terrà necessariamente conto del mutato quadro economico derivante dalla crisi Ucraina. Oltre che di rincari energetici e della maggiori spese per le pensioni.
Come aspettarsi dalla riforma pensioni
Al momento la trattativa coi sindacati sulla riforma pensioni è ferma.
Intanto, però, il tempo passa e nulla di concreto è ancora stato messo sul tavolo. All’orizzonte c’è una crisi economica il cui esito resta incerto. Ma anche lo scoglio delle elezioni politiche fra un anno.
Il governo Draghi, come noto, è sostenuto da un’ampia coalizione in Parlamento e difficilmente può agire come vorrebbe. Pena il mancato sostegno da parte di questa o quella forza di partito che non intende presentarsi alle elezioni sconfitta sulle pensioni.
Così, in assenza di qualche accadimento straordinario, come avvenne nel 2011 con la crisi dello spread che portò al governo il professor Monti, da palazzo Chigi si preferisce aspettare. E se nulla accade nel frattempo, il rischio è che si lascino ancora le cose come stanno.
I nodi da sciogliere
Di fatto, però, ci sono tre deroghe al sistema pensionistico ordinario che rischiano di terminare la corsa a fine anno. Si tratta per l’appunto delle pensioni anticipate con:
- Opzione Donna
- Ape Sociale
- Quota 102
Tutte misure in scadenza e che, in assenza di rinnovo, lascerebbero un vuoto incolmabile con le regole Fornero attualmente in vigore.
La domanda che a questo punto viene spontaneo porsi è: cosa farà il governo? La strada meno tortuosa da percorrere e che andrà bene a tutti e non farà male a nessuno prima delle elezioni sarà una sola. Cioè la proroga delle tre misure esistenti