Una buona fetta di popolazione rimane col fiato sospeso in attesa di novità sul reddito di cittadinanza, il sussidio più discusso di sempre. “Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale“, affermava C.S. Lewis. Parole che possono calzare a pennello in diverse circostanze della nostra vita, compresa l’elezione del nuovo governo.
In occasione delle elezioni dello scorso 25 settembre, infatti, il popolo italiano ha deciso di affidare la guida del nostro Paese al partito guidato da Giorgia Meloni.
Questo ovviamente al fine di favorire la ripresa dell’economia nazionale. Diversi i temi in ballo, come il reddito di cittadinanza. Proprio il sussidio targato Movimento 5 Stelle potrebbe diventare oggetto di tre modifiche che spaventano. Ecco chi lo prende e chi lo perde.
Novità sul reddito di cittadinanza: 3 modifiche che spaventano, chi lo percepisce e chi lo perde
Nei piani della coalizione di centro destra vi è il superamento del discusso sussidio. Tra le novità sul reddito di cittadinanza, in particolare, il nuovo governo sarebbe pronto a introdurre tre modifiche, con molti percettori che temono di dover dire a breve addio alla misura in questione. Entrando nei dettagli, sono questi i cambiamenti a cui si potrebbe assistere nel corso del 2023:
- Potenziamento delle politiche attive e decadenza dal reddito di cittadinanza alla prima proposta di lavoro rifiutata. Una modifica volta a contrastare i furbetti che beneficiano del reddito di cittadinanza pur non avendone diritto. A tal fine si intende rafforzare i controlli e potenziare le attività relative alle politiche attive sul lavoro. In particolare si rivela necessario fare in modo che i centri per l’impiego offrano un posto di lavoro ai beneficiari del sussidio. In caso di rifiuto, quindi, i soggetti interessati perderebbero immediatamente il diritto al reddito di cittadinanza.
- Cambia la durata del reddito di cittadinanza. Un’altra modifica potrebbe consistere nell’introduzione di un meccanismo di riduzione del sussidio scalato nel tempo. In pratica, dopo i primi 18 mesi di erogazione, il sussidio verrebbe stoppato per sei mesi. Una volta trascorso questo lasso di tempo, se il beneficiario della misura non trova un impiego, percepirebbe il sussidio per altri 12 mesi. Una volta trascorso l’anno senza trovare un impiego, il pagamento del reddito di cittadinanza verrebbe sospeso per un semestre. In seguito il soggetto beneficiario si vedrebbe erogare il reddito di cittadinanza per altri sei mesi. Alla fine di questo ulteriore semestre, il percettore non avrebbe più diritto al reddito di cittadinanza.
- Stop al reddito di cittadinanza per chi è in grado di lavorare. Come sottolineato dalla stessa Giorgia Meloni nel corso del suo discorso alla Camera per la fiducia: “Per chi è in condizione di lavorare la soluzione deve essere il lavoro, la povertà non si combatte con l’assistenzialismo”. Proprio in quest’ottica si fa largo l’ipotesi che avranno diritto all’erogazione del sussidio solo determinati soggetti che riscontrano delle problematiche per lavorare.
Al momento si tratta solo di ipotesi.