Treasury a 10 anni in direzione 5%, curva mai così ripida dal maggio 2022

Il Treasury a 10 anni offre un rendimento sempre più vicino al 5% e cresce la distanza con la scadenza a 2 anni ai livelli massimi dal 2022.
17 ore fa
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Treasury a 10 anni verso il 5% di rendimento
Treasury a 10 anni verso il 5% di rendimento © Licenza Creative Commons

E adesso il rialzo del rendimento è esattamente dell’1% rispetto ai minimi toccati nel settembre scorso, poco prima che la Federal Reserve annunciasse il primo taglio dei tassi di interesse. Il Treasury a 10 anni offre attualmente il 4,62%, tornando ai massimi dalla fine del maggio scorso. E la curva dei tassi negli Stati Uniti si sta facendo sempre più ripida dopo avere esibito un’inclinazione negativa per oltre due anni. La differenza tra il rendimento decennale e quello biennale è salita allo 0,36%, il livello più alto dal maggio del 2022.

Salgono aspettative d’inflazione

Quando il rendimento del Treasury a 10 anni scende sotto il rendimento del Treasury a 2 anni, gli analisti temono l’arrivo della recessione. Non è accaduto questa volta, contrariamente a tante volte in passato. Il ritorno all’inclinazione positiva può segnalare, viceversa, che le prospettive per l’economia americana siano positive. La realtà è che c’entra la politica monetaria. La Fed ha iniziato a tagliare i tassi e già lo ha fatto per tre volte. Questo sta abbassando i rendimenti nel tratto medio-breve della curva. Invece, sul tratto medio-lungo i rendimenti stanno risalendo per effetto delle accresciute aspettative d’inflazione. Queste nel medio-lungo termine si sono assestate al 2,40% negli Stati Uniti, ben sopra il target del 2% fissato dalla Fed.

In questo momento, il Treasury a 2 anni rende il 4,27%, scontando un quarto taglio dei tassi dello 0,25% da qui a breve. Secondo il mercato, ciò arriverà nel mese di maggio. Può sembrare un allentamento monetario anomalo per le tempistiche attese. E lo sarebbe. Tra pochi giorni s’insedierà la nuova amministrazione di Donald Trump, che ventila già dazi sulle merci straniere e una politica di sostegno agli investimenti pubblici. Tutti fattori che inciderebbero sui prezzi al consumo.

Rischio di recessione economica

Un Treasury a 10 anni più redditizio per gli obbligazionisti sta alimentando le tensioni anche all’infuori degli Stati Uniti, trattandosi di un benchmark globale.

Il BTp a 10 anni è passato dal rendere meno del 3,20% a dicembre a quasi il 3,60%. In un mese il Bund decennale è salito da un rendimento di poco superiore al 2% all’attuale 2,45%. Per fortuna lo spread si è nel frattempo ristretto e oggi risulta di circa 112,50 punti base. Le distanze con i bond francesi si sono ulteriormente ridotte a soli 30 punti base o 0,30%. Il segno che a patire l’aumento dei costi di emissione è relativamente di più Parigi che Roma.

Lo spartiacque per il mercato sarà il 20 gennaio, data del giuramento di Trump. Già dal suo discorso di inaugurazione analisti e investitori cercheranno di capire quali saranno le prime mosse della prossima amministrazione. C’è il serio rischio che il Treasury a 10 anni testi la soglia del 5%. Se accadesse, potrebbe comportare grossi problemi anche al mercato azionario, il quale subirebbe una concorrenza durissima dai titoli a reddito fisso. Da qui all’innescarsi di una recessione economica non ci vorrebbe poi così tanto. Ecco perché le prossime settimane saranno determinanti per capire non soltanto cosa farà l’obbligazionario, ma quale potrà essere il trend macro di questo 2025.

Treasury 10 anni test per Eurozona

Il test riguarderà particolarmente l’Eurozona, come segnala il cambio euro-dollaro. Mentre il rischio di recessione negli Stati Uniti appare ancora basso, da noi la situazione è già precaria da tempo. La crescita del Pil è stagnante e la Banca Centrale Europea segnala di voler proseguire nel taglio dei tassi. Tuttavia, complice la crisi politica di Germania e Francia, l’area non dimostra una reale capacità di reazione agli eventi. In caso di guerra dei dazi tra superpotenze, può rimanerne vittima. Ecco perché il Treasury a 10 anni fa più paura a noi che agli americani. E questo è un altro paradosso dei tempi che viviamo.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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