Passare da un rendimento di poco superiore al 3,60% a più del 4,30% nel giro di poche settimane è qualcosa che capita raramente al mercato dei bond sovrani americani. Il Treasury a 10 anni ha accusato un crollo di prezzo rispetto ai valori a cui si era portato alla metà di settembre. Gli investitori restano convinti che la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse per altre due volte quest’anno: la prossima settimana, all’indomani delle elezioni presidenziali, e a dicembre. In tutto, un altro mezzo punto percentuale in meno per il costo del denaro.
Attesa per nuovi dati macro
Tutti cercano un appiglio per confortare la propria tesi e guardano ai dati macroeconomici di prossima uscita. Determinanti saranno l’inflazione e l’occupazione nel mese di ottobre, nonché il Pil nel terzo trimestre. Dovessero attestarsi sopra le stime in tutti i casi, le probabilità che la Fed tagli i tassi per una seconda volta si ridurrebbero al lumicino.
Curva tassi positiva, aumentano le aspettative d’inflazione
Il mercato sovrano lancia qualche segnale di allarme. La curva dei tassi era rimasta invertita per oltre due anni, ma dalla fine di agosto è tornata a normalizzarsi. Significa che il Treasury a 10 anni offre adesso un rendimento più alto del Treasury a 2 anni. Un premio dello 0,16-0,17% nelle ultime sedute e che indicherebbe aspettative economiche positive, se è vero che una curva invertita tenderebbe ad anticipare una recessione dell’economia americana. In realtà, il grafico da inizio anni Ottanta ad oggi ci segnala che ogni volta che la recessione è arrivata, poco prima la curva dei tassi da invertita è tornata ad assumere un’inclinazione positiva.
Nel frattempo, le aspettative d’inflazione corrono. Siamo a quasi mezzo punto percentuale in più rispetto ad un mezzo e mezzo fa. Adesso, il mercato sconta una crescita tendenziale dei prezzi per il prossimo quinquennio superiore al 2,30%. Questo spiegherebbe la risalita del rendimento per il Treasury decennale.
Treasury al test delle elezioni Usa
In generale, quando i rendimenti obbligazionari salgono, il segnale per l’economia è positivo, perché riflette una maggiore propensione al rischio, evidentemente tipica delle fasi espansive del ciclo. Ma il problema è che spesso la stessa risalita può infliggere danni al sistema economico, nei fatti portando alla crisi. C’è persino la sensazione che il Treasury a 10 anni possa arrivare e superare finanche la soglia del 5%. Ciò accadrebbe più facilmente nel caso di vittoria di Donald Trump tra meno di una settimana. Ed allora sì che la recessione si avvicinerebbe. Con aspettative d’inflazione e l’inflazione stessa eventualmente in ripresa, la Fed avrebbe le mani legate e non taglierebbe i tassi così in fretta. I riflessi travalicherebbero l’Atlantico per arrivare in Europa.