Cambiano i requisiti per le attività di supporto alla riscossione dei tributi locali. La legge di bilancio 2021 ha sancito la modifica dei requisiti patrimoniali richiesti per l’iscrizione nell’albo delle società private abilitate all’accertamento e alla riscossione delle entrate locali.
La novità riguarda in particolare i Comuni di minore dimensione. La norma non interessa i soggetti che svolgono attività di accertamento e riscossione tributi locali per conto degli enti. Bensì società di servizi e gestione crediti che svolgono mere attività di supporto alle funzioni di accertamento e riscossione delle entrate tributarie.
Requisiti patrimoniali più bassi per le società di riscossione tributi locali
In particolare, nella nuova legge di bilancio 2021 appena approvata dal Parlamento, viene introdotta una terza soglia di capitale sociale. Una soglia più bassa, relativa ai Comuni con popolazione fino a 100.000 abitanti.
La legge di bilancio specifica che il capitale minimo interamente versato (in denaro o tramite polizza assicurativa o fideiussione bancaria) è fissato in misura pari a 150 mila euro. tale importo è richiesto per lo svolgimento delle funzioni e delle attività di supporto propedeutiche all’accertamento e alla riscossione dei tributi locali nei Comuni con popolazione fino a 100.000 abitanti.
Restano invece invariate le precedenti soglie di capitale sociale interamente versato. Esso sono fissate in 500.000 euro e 1 milione di euro rispettivamente per i comuni da 100.000 a 200.000 abitanti e oltre i 200.000 abitanti.
Sei mesi per adeguarsi
L’emendamento introdotto da Italia Viva differisce inoltre di 6 mesi, dal 31 dicembre 2020 al 30 giugno 2021, il termine valevole, per i soggetti iscritti all’albo e alla relativa sezione speciale, per adeguare il proprio capitale sociale alle condizioni e alle misure richieste dalla norma.
“Il comparto della gestione del credito è formato per la maggior parte da piccole aziende specializzate, la legge di bilancio 2020 poneva un limite importante all’operatività delle società a supporto degli enti locali. Ponendo requisiti economicamente insostenibili soprattutto nei comuni più piccoli, con ripercussioni importanti sull’economia e i servizi ai cittadini”.
Così ha dichiarato Francesco Vovk, Presidente di Unirec, l’Associazione di Confindustria SIT che rappresenta l’80% delle aziende e società che offrono servizi di gestione del credito.
Il 90% dei Comuni ha popolazione inferiore a 10.000 abitanti
Secondo gli esperti di fisco, la riforma non va nella direzione giusta. Nel senso che, tenuto conto delle nuove soglie di capitale sociale per Comuni fino a 100.000 abitanti, la riforma appare inappropriata. Il 90% dei Comuni italiani ha una popolazione residente inferiore a 10.000 abitanti. e le società per la riscossione dei tributi locali così riconosciute appaiono troppo grosse per dimensioni.
Il legislatore avrebbe dovuto prevedere soglie di capitale minimo rapportate alle dimensioni dei Comuni. Avendo il 90% di essi dimensioni piccole, sarebbe stato utile fare riferimento ad essi per la costituzione di società di riscossione tributi, anche con capitale minimo più basso. O comunque ragionevolmente proporzionato.