Truffa criptovalute: l’inganno delle false tasse

Le truffe legate alle criptovalute sono in aumento, con falsi avvisi fiscali che ingannano ignari investitori. Ecco come riconoscerle.
16 ore fa
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truffa criptovalute
Foto © Pixabay

Negli ultimi giorni si sta diffondendo una nuova ondata di frodi legate al mondo del trading online e delle criptovalute. Questi tentativi di truffa mirano a ingannare le vittime inducendole a effettuare pagamenti per imposte inesistenti, attraverso e-mail fraudolente e comunicazioni telefoniche manipolate.

L’obiettivo dei malintenzionati è ottenere denaro in maniera illecita, sfruttando la mancanza di informazioni specifiche e la complessità delle normative fiscali legate alle valute digitali. L’allarme è stato lanciato dall’Agenzia Entrate tramite il proprio portale istituzionale.

Il meccanismo della truffa criptovalute

La strategia utilizzata dai truffatori si basa su comunicazioni ingannevoli che simulano richieste ufficiali di pagamento.

Queste e-mail contengono richiami espliciti a presunte imposte da versare allo Stato italiano, spesso accompagnate da prospetti di calcolo apparentemente legittimi.

Un elemento distintivo di questa truffa criptovalute è la richiesta di un pagamento anticipato di una percentuale dell’importo totale, con la minaccia di sanzioni o interessi di mora in caso di mancata adesione entro una scadenza ristretta.

Oltre alle e-mail, i truffatori possono ricorrere a telefonate fraudolente effettuate da numeri italiani o esteri (come quelli con prefisso +44). Per rendere l’inganno più credibile, vengono inviati documenti falsificati che riportano loghi e timbri ufficiali dell’Agenzia delle Entrate o di Agenzia Entrate – Riscossione. Tali documenti possono includere:

  • finte cartelle esattoriali con importi casualmente elevati;
  • firme apocrife di funzionari pubblici o dirigenti amministrativi;
  • errori ortografici e grammaticali, indicativi di una contraffazione;
  • minacce di intervento da parte di società di recupero crediti o iscrizione in registri di debitori.

In molti casi, il pagamento viene richiesto tramite bonifico bancario o direttamente da un crypto-portafoglio, aumentando le difficoltà di tracciamento e recupero delle somme versate.

Come riconoscere le comunicazioni fraudolenti

Le truffe tramite l’Agenzia Entrate si affiancano anche alle ultime truffe in corso tramite l’INPS. Per evitare di cadere vittima di queste frodi, è essenziale riconoscere gli elementi tipici delle comunicazioni malevole. Le e-mail sospette sulla truffa criptovalute in esame presentano spesso:

  • un linguaggio allarmistico con scadenze imminenti;
  • richieste di pagamento non giustificate da atti ufficiali;
  • link o allegati potenzialmente dannosi;
  • indirizzi di posta elettronica non ufficiali o con errori evidenti;
  • analogamente, le chiamate fraudolente si caratterizzano per l’insistenza degli interlocutori, che spingono la vittima a fornire dati personali o bancari senza dare la possibilità di verificare l’autenticità della richiesta.

Cosa fare contro la truffa criptovalute

Per proteggersi da questi raggiri è fondamentale adottare alcune precauzioni:

  • non cliccare su link sospetti contenuti nelle e-mail e non scaricare eventuali allegati;
  • verificare sempre l’attendibilità delle richieste consultando fonti ufficiali;
  • non fornire mai dati personali o credenziali a interlocutori non verificati;
  • evitare di ricontattare il mittente delle comunicazioni sospette;
  • segnalare il tentativo di truffa alle autorità competenti.

L’Agenzia delle Entrate ha preso posizione netta su questo fenomeno, dichiarandosi completamente estranea a queste richieste di pagamento fraudolente. In caso di dubbi, è possibile verificare eventuali segnalazioni di phishing direttamente sul sito ufficiale dell’ente, consultare la sezione dedicata alla sicurezza informatica o contattare l’ufficio territoriale di competenza.

Riassumendo

  • Truffa criptovalute: falsi pagamenti richiesti via e-mail e telefonate ingannevoli.
  • Messaggi fraudolenti: richieste di imposte inesistenti con documenti falsificati e minacce legali.
  • Segnali d’allarme: errori grammaticali, urgenza e richieste di pagamento tramite bonifico o cripto-portafoglio.
  • Difesa personale: non cliccare su link sospetti, non fornire dati personali o bancari.
  • Agenzia Entrate: disconosce queste richieste, invita a consultare il sito ufficiale per verifiche.
  • Prevenzione: segnalare tentativi di truffa e mantenere alta la vigilanza contro comunicazioni sospette.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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