Non è certo un sistema nuovo, anzi purtroppo va avanti da anni (anche se in molti casi si tratta solo di pregiudizi e luoghi comuni). Che la realtà della “truffa della colf” possa esistere, però, è un dato di fatto, come dimostra il recente caso che ci giunge da Roma e che ci mette in allerta ricordandoci di non abbassare la guardia sul fenomeno. Questo non vuole essere assolutamente denigratorio nei confronti di tutte le colf e badanti (straniere o italiane) che lavorano con serietà e professionalità ma girarsi dall’altra parte e fingere che certe cose non possano accadere è controproducente.
Truffa della colf: la complice è la Signora Solitudine
Vittima della truffa della colf romena è stato a Roma un pensionato di 68 anni, ex dipendente pubblico presso gli archivi della Polizia, oggi affetto da un ritardo mentale. Approfittando della sua condizione psichica la donna, che ora deve rispondere di truffa e circonvenzione di incapace, lo ha convinto di essersi innamorata e di essere incinta di suo figlio, tanto da portarlo a sposarsi in Romania due anni fa, organizzando in fretta presunte nozze riparatrici. La realtà si è dimostrata essere ben diversa: il figlio della 32enne era di un connazionale. Il pensionato crede al fatto che la donna sia illibata e che, per motivi religiosi, non voglia avere rapporti intimi. Nel periodo che va dal 2013 al 2017 le versa tramite la Western Union 24.000 euro, poi altri due mila in contanti ma la truffa si concretizza nei suoi effetti più pesanti lo scorso anno, quando la vittima arriva a donarle casa.
A segnalare la vicenda sono stati proprio alcuni agenti, ascoltando le lamentele dell’uomo mentre sistemava i documenti presso l’ultimo Commissariato in cui ha prestato servizio: l’ex dipendente si riferiva a regali per la fidanzata che da anni viveva in Romania con loro figlio, nato in provetta.