Truffa Patronato, ieri sera alle ore 21.00 è andata in onda l’inchiesta di Rajae Bezzaz inviata di Striscia la Notizia, sul Patronato Inca CGIl che chiede un contributo volontario obbligatorio ai lavoratori per le pratiche di assegni familiari e bonus bebè.
La denuncia
La trasmissione inizia con una denuncia di una mamma straniera che si reca al Patronato per richiedere gli assegni familiari e bonus bebè, per fare le pratiche le hanno chiesto 50 euro.
Si precisa che il servizio che i patronati svolgono ai cittadini è finanziato dal Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali.
La donna indignata, sapendo che il servizio era gratuito, ha detto che avrebbe pagato ma si sarebbe informata dove i soldi sarebbero finiti.L’addetto del patronato, vista la determinazione della signora, ha chiesto il codice fiscale e documenti e le ha fatto la pratica senza richiedere più nessun compenso.
Il controllo di Striscia la Notizia
L’inviata di Striscia la Notizia, dopo averne avuto conferma telefonica da diversi patronati Inca CGIL (Campobasso, Cagliari e Bologna), è andata a Roma per chiedere spiegazioni a Morena Piccinini, Presidente Inca CGIL, che ha detto: “In questi anni ci sono stati tanti tagli che hanno ferocemente ridotto le risorse a nostra disposizione. Fermo restando che l’attività di patronato è gratuita e la pratica la facciamo comunque, se i non iscritti ci danno un contributo volontario, lo prendiamo molto volentieri, semplicemente per mantenere aperti gli uffici”.
Patronato: i diritti violati
Quando si parla di un contributo volontario non è obbligatorio. Nel caso scoperto da Striscia la Notizia il contributo è volontario obbligatorio. Una nuova truffa a danno dei cittadini.
Si ricorda a tutti i lavoratori italiani e stranieri che l’attività del Patronato è gratuita, è un diritto e i diritti non si pagano.
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