Trump o Harris: la tragedia dell’Europa è che non brilla di luce propria e deve elemosinare la misericordia altrui

La tragedia europea sta nel dover fare il tifo per l'uno o l'altro candidato, in assenza di una propria politica efficace, comune e autonoma.
2 mesi fa
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Tragedia europea, siamo dipendenti dagli Usa in tutto e per tutto
Tragedia europea, siamo dipendenti dagli Usa in tutto e per tutto © Licenza Creative Commons

Chi sarà il successore di Joe Biden alla Casa Bianca? Tra poche ore (forse) lo scopriremo. Uno tra Donald Trump e Kamala Harris si aggiudicherà la presidenza degli Stati Uniti, prima economia mondiale con un Pil stimato per quest’anno a più di 29.000 miliardi di dollari. A Bruxelles si guarda con trepidazione al risultato e non è un mistero che i vertici comunitari guardino con maggiore simpatia alla vicepresidente che non al tycoon. Temono che le politiche del secondo avranno un impatto più negativo per il Vecchio Continente rispetto a una sorta di continuità con l’attuale amministrazione americana.

E questa è la grande tragedia europea: siamo alla mercé degli eventi a Washington.

Tragedia europea con Bruxelles insignificante nel mondo

L’Unione Europea nacque con l’intento di trasformare quella che fino ad allora era stata solamente un’unione doganale (ex CEE) in qualcosa di più strutturato. L’intuizione fu giusta: diventare un gigante politico, oltre che esserlo dal punto di vista economico. I risultati ci dicono che oggi siamo più marginali di venti anni fa per l’economia mondiale e, soprattutto, un attore geopolitico insignificante. Se Trump tornasse alla Casa Bianca, ha già promesso che ridurrà il sostegno militare all’Europa, che dovrà aumentare i propri stanziamenti per la difesa. Anziché prendere la palla al balzo per cercare di diventare più autonomi sulla gestione della nostra politica estera e per la sicurezza, Bruxelles prega e spera che a vincere sia la candidata apparentemente più disponibile al mantenimento dello status quo.

Timori per guerra commerciale

Non c’è espressione diversa dal definire questa situazione una tragedia europea. Disponiamo delle risorse economiche e dell’intelligence per compiere il salto di qualità, ma ci ostiniamo a subappaltare la nostra difesa agli Stati Uniti. Salvo poi lamentarci che non siamo sovrani come vorremmo in termini di politica estera.

Come se zio Sam mettesse a rischio le vite di centinaia di migliaia di suoi figli per farci un favore gratis.

Ed ecco che su Israele e Russia non è possibile che l’Europa abbia una voce in capitolo realmente autonoma. Se la situazione degenerasse, i primi ad essere spediti al fronte sarebbero i soldati americani. E’ naturale che siano gli Stati Uniti a dettare l’agenda. E quando passiamo all’economia, le cose vanno semplicemente peggio. Chiunque vinca, dobbiamo soltanto sperare nel suo cuore misericordioso. In pratica, egli o ella dovrà sostenere l’economia americana ed evitare una guerra commerciale con la Cina, altrimenti non avremmo più mercati di sbocco per esportare le nostre merci. E smetteremmo del tutto di crescere, visto che la nostra domanda interna è debole e fosse per essa saremmo verosimilmente in recessione da tempo.

Europa entità astratta

Le frizioni con Washington ci sono state anche in questi anni. L’Inflation Reduction Act o IRA di Biden ha mandato su tutte le furie Bruxelles, in quanto ha garantito enormi incentivi alle imprese americane per rimpatriarne le produzioni e sostenerle nella transizione energetica. In questo caso, il problema è duplice: l’Europa non ha una politica economica comune, anche se ben venti delle sue ventisette economie condividono una moneta. E non ha neanche una visione condivisa, essendovi grosse divisioni tra Nord e Sud, oltre che tra Est ed Ovest.

A completamento della tragedia europea c’è un malinteso: tutti parliamo di Unione Europea come se fosse uno stato, mentre non ne ha le caratteristiche basilari. Sprovvista di esercito, non batte moneta per tutte e neanche possiede alcuna capacità impositiva. In pratica, non ha entrate. E questo deriva semplicemente dal fatto che parliamo di una struttura che nasce da accordi intergovernativi. Il salto di qualità a cui ambiscono alcune personalità come Mario Draghi sarebbe la nascita del super stato, del tutto impensabile e persino da evitare per come viene immaginato.

Tragedia europea con austerità Usa

Se per ipotesi il prossimo presidente americano imitasse la politica economica di Bruxelles, la tragedia europea diverrebbe immensa. Tagli alla spesa e aumenti delle tasse a Washington ridurrebbero le importazioni dal resto del mondo e il nostro attivo commerciale svanirebbe. Resteremmo importatori di materie prime e manufatti cinesi. E allora sì che verrebbero fuori tutte le magagne irrisolte di questi decenni, ovvero la nostra propensione al suicidio economico servita per molto tempo alla Germania merkeliana per cercare di farsi strada in Asia. La cosa più terribile è che prima o poi gli Stati Uniti i conti con la realtà dovranno farli per davvero. E quando inizieranno seriamente a risanare il loro bilancio in forte deficit con politiche di austerità fiscale, sarà pianto e stridore di denti dalle nostre parti.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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