Chiamateli poteri forti, chiamatelo nuovo ordine mondiale, chiamateli burattinai, e chi più ne ha più ne metta. La verità dei fatti è che non c’è alcun complotto da svelare, ma la semplice realtà delle cose. Anche dietro la sfida tra Trump e Harris ci sono forti interessi economici. Interessi mossi dagli stessi investitori che stanno finanziando le campagne elettorali dei due candidati. Donald e Kamala sono quindi dei semplici burattini nelle mani di invisibili mastermind? Ehm, diciamo che le cose non stanno proprio in questi termini, ma più o meno.
Gli investitori dei candidati
Kamala Harris, dopo poche ore dalla sua candidatura alla Casa Bianca, aveva già raccolto 50 milioni di dollari di donazioni. Nei due giorni successivi è arrivata a 250 milioni, eguagliando così in poco tempo quanto aveva raccolto Biden in tutta la sua campagna. Si tratta di una cifra importante, infatti la Harris ha superato anche le donazioni del super favorito Trump. Ma chi sono questi donatori? In realtà non è facilissimo scoprirlo, ma oltre ai donatori dello stesso Dem ci sono anche quelli volontari. Negli USA la raccolta di donazioni per i partiti è regolamentata da leggi molto severe. Ci sono dei comitati che sono incaricati proprio di raccogliere queste donazioni. Le donazioni però sono limitate, ogni persona può donare solo un massimo di qualche migliaio di dollari e i comitati devono registrare donazione e donatore al Fec, la Federal election commission.
Questa almeno era la legge fino al 2008, anno in cui le cose sono cambiate e ora non ci sono limiti alle donazioni, né obbligo di comunicare tutto al Fec.
Trump vs Harris, c’è davvero uno scontro?
Mentre Trump fa già l’eletto e benedice il Bitcoin, alcuni sondaggisti statunitensi pensano davvero che non tutto sia finito. Secondo il Wall Street è a soli due punti di Trump, mentre altri minori la danno addirittura in vantaggio. C’è poi la questione de fondi, altre fonti infatti dicono che ha raccolto 200 milioni di dollari di donazioni. Insomma, il Partito Democratico sembra essere tornato in pista clamorosamente, o forse è solo una mossa disperata da parte dei media per far credere che la speranza non è ancora svanita e alimentare quindi ancora qualche possibilità di recupero. Insomma, diciamoci la verità, Trump ha già vinto, l’attentato di Butler, in Pennsylvania, è un momento storico che verrà ricordato sui libri di scuola. Un evento del genere deve per forza di cose diventare motore inarrestabile di un successo politico.
Tornando ai fondi e ai finanziatori, abbiamo visto come sia ormai impossibile stabilire chi siano questi donatori. Come detto, comunque, si tratta sostanzialmente di semplici volontari. Insomma, tutti possono donare qualcosa, che siano semplici cittadini o professionisti di particolari settori. Sappiamo comunque che dietro Trump ci sono forti investimenti da parte di Elon Musk, da sempre sostenitore dell’ex presidente e neo candidato. Secondo le previsioni Musk avrebbe dovuto da solo donare 135 milioni di dollari.
Riassumendo…
- secondo i sondaggi Trump e Harris sono testa a testa;
- mossa disperata da parte dei Dem che puntano tutto sul rumore dei soldi;
- nei fondi la Harris sembra in vantaggio, ma dietro Trump c’è Musk.