Ricezione a Cuba non all’altezza
Secondo un sondaggio realizzato da Allianz Global Assistance, il 76% degli intervistati negli USA non prenderebbe in considerazione di viaggiare a breve a Cuba, una percentuale in crescita dal 70% del 2016. Alla base del calo vi sarebbe la percezione di una scarsa qualità dell’industria turistica cubana, oltre che la carenza infrastrutturale.
In effetti, sono proprio questi i problemi principali del turismo a Cuba. Stanze sporche, hotel spacciati per cinque stelle, ma con servizi scadenti, wifi inaccessibile, docce rotte, etc.
Catene alberghiere puntano sullo sviluppo dell’offerta
Proprio in considerazione di tali carenze, a fronte delle enormi potenzialità, centinaia di rappresentanti di altrettante catene alberghiere hanno fatto ieri il loro arrivo a L’Avana per una due giorni dedicata a trovare soluzioni idonee su come sfruttare al meglio le opportunità di business che si spalancano dinnanzi ai loro occhi. Serve diversificare l’offerta, creare servizi per una clientela di lusso, parchi tematici, campi da golf, etc.
Fino alla primavera prossima, quando il presidente Raul Castro, fratello dello scomparso Fidel, effettuerà il passaggio di consegne a un successore ancora non ufficialmente designato, nessuno realisticamente si aspetta riforme economiche che vadano nella direzione auspicata. L’economia cubana è in sofferenza, anche a causa del crollo del Venezuela, che la rifornisce di petrolio semi-gratuito. La Russia ha dovuto per la prima volta dalla caduta dell’Urss inviare la settimana scorsa un carico di greggio sull’isola, che altrimenti sarebbe rimasta senza sufficiente energia per far funzionare anche i servizi più elementari. (Leggi anche: Cuba torna ai tempi dell’Urss: Putin rimpiazza il Venezuela sul petrolio)