Vacanze a Cuba sempre più gettonate, ma il regime di Castro frena il turismo

Il turismo a Cuba è in crescita, ma viene frenato dalle inefficienze dell'isola. Il regime castrista è un ostacolo al suo sviluppo, per cui si spera in un cambiamento dall'anno prossimo.
8 anni fa
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Serve un altro modello economico

Il deficit pubblico è stimato al 12% del pil, per cui un boom dell’industria del turismo sarebbe più che gradito. Eppure, non è detto che porti i risultati sperati. La gestione dell’economia è ancora molto dirigistica: i dollari che fluiscono dall’estero vengono convertiti alla pari con un’unità di CUC, mentre un peso ordinario, valido per gli scambi interni, sarebbe pari 1/24 di dollaro.

La tassazione dei ricavi superiori ai 2.000 dollari è del 50%, mentre ancora oggi un’impresa straniera deve passare per un’agenzia governativa, al fine di assumere un lavoratore cubano.

Alla prima va il 95% dello stipendio, al secondo solamente il 5%. Naturale che vi siano scarsi impulsi ad essere produttivi. Mediamente, un lavoratore viene retribuito qui con 25 dollari al mese, quando in poche ore un tassista o un qualsiasi altro addetto nel settore turistico sfuggente alle rigide norme locali riescono a guadagnare anche 40-50 dollari. Sarebbe il turismo la miniera d’oro del popolo cubano, ma non viene consentito loro di sfruttarla e né lo stato ha soldi sufficienti per renderla usufruibile con infrastrutture adeguate all’arrivo di milioni di nuovi visitatori ogni anno.

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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