Turismo: voglia di vacanze ma solo senza coprifuoco

4 milioni di italiani partiranno per le vacanze solo se sarà eliminato il coprifuoco. La restrizione è inutile e anticostituzionale.
4 anni fa
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Del coprifuoco gli italiani ne hanno piene le tasche. La misura coercitiva imposta dal governo, oltre che essere inadeguata e inefficiente per contrastare la diffusione dei contagi, è palesemente anti costituzionale.

Il coprifuoco imposto dalle ore 22 alle 5 del giorno successivo è una forma di restrizione delle libertà personali tipiche dei tempi bellici. Non ha alcun senso restringere la libertà di movimento e circolazione delle persone.

Il coprifuoco danneggia il turismo

In questo senso continua la guerra di associazioni, movimenti e partiti per chiedere al governo Draghi di cancellare la norma.

In particolare in un contesto di calo dei contagi e di allungamento delle giornate di luce. Ma soprattutto in vista del periodo estivo delle vacanze.

Così, nell’incertezza che la bizzarra norma sul coprifuoco non sia eliminata, circa 4 milioni di italiani non hanno ancora deciso se fare le ferie o se restare a casa. Lo si evince dalle prenotazioni alberghiere e solo se la limitazione verrà eliminata le famiglie partiranno per il mare o la montagna la prossima estate.

È quanto emerge dall’indagine commissionata da Facile.it e realizzata da mUp Research e Norstat su un campione rappresentativo della popolazione nazionale.

Prenotazioni al palo

Dalla decisione del governo su questa limitazione – spiega una nota – potrebbe quindi dipendere, almeno in parte, il bilancio della stagione estiva 2021 per il settore turistico. Comparto che è stato già pesantemente colpito dalla pandemia. Secondo i dati di Assoturismo, nel 2020 la perdita economica per l’intero settore, considerando il totale consumi turistici interni, è stimata intorno ai 240 milioni di euro al giorno.

I più preoccupati dalle limitazioni d’orario sono gli uomini (40,8% rispetto al 29,3% del campione femminile). Mentre su base geografica, i più condizionati dalla presenza del coprifuoco sono risultati essere i residenti nelle regioni del Nord Est (43,1%) e del Nord Ovest (37,9%).

Sul piede di guerra anche gli operatori turistici e le strutture ricettive che non riescono a ricevere prenotazioni proprio a causa del coprifuoco.

Tergiversare e in piedi una misura palesemente inutile farà deragliare ulteriormente il turismo. Dall’estero, inoltre, hanno già deciso di andare in vacanza in altri paesi dove il coprifuoco non c’è o è già stato abolito.

Coprifuoco, si cambia?

A spingere per spostare in avanti di due ore il coprifuoco, cioè dalle 24 anziché dalle 22, è la ministra Maria Stella Gelmini che sta tentando una mediazione con il Ministero della Salute e le Regioni. Del resto, è incomprensibile come si possa consentire l’apertura dei ristoranti all’aperto all’orario di cena e allo stesso tempo imporre il coprifuoco alle 22.

Il prossimo 15 maggio, quindi, si deciderà se mantenere l’orario delle 22, cambiarlo o cancellarlo definitivamente. Per ora, in base al DPCM, il coprifuoco resta così com’è e su questo punto il ministro alla Salute Speranza si è detto irremovibile.

D’altronde anche la comunità scientifica ha espresso dubbi sulla necessità di mantenere il coprifuoco d’estate. La campagna di vaccinazione e la necessità di stare all’aria aperta per combattere la diffusione dei contagi negli spazzi chiusi, contrasta con le misure di restrizione imposte finora.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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