In assenza di interventi legislativi, dal prossimo anno andare in pensione prima dei 67 anni sarà più difficile. A parte le deroghe previste per Opzione Donna e Ape Sociale, non restano molte soluzioni seguendo le vie ordinarie.
Di certo quindi c’è il pensionamento di vecchiaia a 67 anni di età con 20 anni di contributi. In alternativa si può uscire con 42 anni e 10 mesi di contributi (12 mesi in meno per le donne) a prescindere all’età anagrafica. Fino al 31 dicembre 2022, però, c’è anche Quota 102.
In pensione con Quota 102
Fino a fine anno si può andare in pensione con quota 102 che prevede l’uscita a 64 anni con 38 di contributi. L’opzione ha sostituito quota 100, ma ha durata breve. Non è escluso che il nuovo governo possa proporne la replica per il 2023, magari alzando il requisito anagrafico di un anno (quota 103).
Finora le domande di pensione pervenute all’Inps per Quota 102 sono molto basse. Poco meno di 4.000 e non si prevede un grande successo. Anche perché pochi lavoratori riescono a centrare entrambi i requisiti entro fine anno.
C’è poi Quota 41, l’opzione riservata ai lavoratori precoci. Per andare in pensione basta aver maturato 41 anni di contributi e aver lavorato almeno 12 mesi prima dei 19 anni di età. Anche questa opzione dovrà essere prorogata per il 2023.
La pensione anticipata a 64 anni
C’è poi la possibilità di andare in pensione anticipata a 64 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Ma questa opzione è riservata solo ai lavoratori contributivi puri che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995.
Tuttavia la strada è molto stretta perché bisogna soddisfare un altro requisito di non poco conto. Cioè quello legato al minimo di pensione pari a 2,8 l’importo dell’assegno sociale. Cioè 1.310 euro al mese. Vi possono accedere solo coloro che maturano un elevato monte contributivo, quindi chi guadagna tanto.
Altre forme di pensionamento anticipate e possibili alternative alle regole Fornero sono quelle riservate ai militari e alle forze dell’ordine.