Diverse sono le attività indirette che si possono svolgere durante i permessi Legge 104. Come canta Vasco Rossi con il brano Quante volte: “Quante volte ho pensato nella vita voglio fare quello che mi va. Poi le cose mi sfuggivan tra le dita e arrivava la realtà”.
Le persone non sono tutte uguali. Ognuno di noi, infatti, ha i propri pensieri, gusti e modi di vivere. Ne consegue che qualcosa che risulta essere particolarmente gradita ad una persona, possa non essere apprezzata da un’altra e viceversa.
In ogni caso l’importante è rispettare lo spazio e la libertà altrui, senza cercare di far prevalere il proprio punto di vista. Un concetto basilare all’interno di ogni società, fondamentale per garantire il quieto vivere.
A tal fine giungono in aiuto anche le leggi, volte a definire i limiti entro cui muoversi e cercare così di mantenere l’ordine pubblico.
Diverse, in effetti, sono le norme a cui dobbiamo far riferimento, tanto da rischiare spesso di non sapere cosa fare. Lo sanno bene coloro che usufruiscono dei permessi legge 104, i quali temono di compiere alcune azioni tali da rischiare addirittura il licenziamento.
Tutte le attività indirette che si possono svolgere durante i permessi 104
I titolari di Legge 104 possono accedere a varie agevolazioni come, ad esempio, tre giorni di permesso al mese retribuiti. In questo modo possono conciliare al meglio i vari impegni della vita privata con quelli lavorativi. Il tutto, però, a patto di non abusarne. In caso contrario, come già detto, si rischia il licenziamento.
A tal proposito è bene ricordare che per usufruire in modo legittimo di tale agevolazione è fondamentale che il soggetto che si assenta dal posto di lavoro provveda ad assistere in modo regolare e costante il familiare alle prese con uno stato di disabilità.
Questo, però, non vuol dire che debba restare tutto il giorno presso l’abitazione del soggetto non autosufficiente.
In determinati casi, infatti, è possibile allontanarsi. L’importante è che l’assenza sia di breve durata e volta a svolgere compiti a favore del parente non autosufficiente. A tal proposito, come si evince dall’ordinanza numero 1227 del 17 gennaio 2025 della corte di Cassazione Sezione Lavoro, si deve tenere conto non solo dell’attività di assistenza diretta a favore della persona alle prese con uno stato di disabilità. Bensì bisogna considerare anche le:
“attività complementari ed accessorie, comunque necessarie per rendere l’assistenza fruttuosa ed utile, nel prevalente interesse del disabile avuto di mira dal legislatore. In questo senso rileveranno le attività (e i relativi tempi necessari) finalizzate ad esempio all’acquisto di medicinali, al conseguimento delle relative prescrizioni dal medico di famiglia, all’acquisto di generi alimentari e di altri prodotti per l’igiene, la cura della persona e il decoro della vita del disabile, o infine alla possibile partecipazione di quest’ultimo ad eventi di relazione sociale, sportiva, religiosa etc.”.
Il caregiver, quindi, può allontanarsi dalla casa del familiare non autosufficiente per svolgere servizi per conto di quest’ultimo, come ad esempio fare la spesa.
Vietato invece svolgere, nei giorni in cui si usufruisce dei permessi Legge 104, attività ludiche o di svago, come ad esempio andare dal parrucchiere, in palestra, piuttosto che fare una gita fuori porta. Ovvero non sono consentite le attività non strettamente volte ad assistere il familiare non autosufficiente.