Ci si sta avvicinando al momento cruciale delle discussioni sul pacchetto previdenziale della manovra di fine anno. Con la Legge di Bilancio, il governo dovrebbe intervenire sul sistema pensionistico, anche se non in maniera radicale. Non si tratterà di una vera e propria riforma delle pensioni, ma potrebbero emergere alcune novità. Si continua a parlare, come ormai avviene da diversi anni, di misure legate alle “quote”. Dal 2017, con l’introduzione della quota 41 per i lavoratori precoci, e dal 2019 con la quota 100, la possibilità di andare in pensione anticipata è stata offerta attraverso diverse misure di questo tipo.
Ma quali saranno le misure da sfruttare nel 2025? Tra ipotesi di nuove misure, conferme di quelle esistenti e, soprattutto, il meccanismo della cristallizzazione del diritto, ci saranno diverse opportunità che includeranno, almeno nel loro nome, la parola “quota”.
La quota 41 per i precoci e la quota 41 per tutti in versione light
Attualmente, la quota 41 riguarda esclusivamente i lavoratori precoci e solo determinate categorie di questi. La futura quota 41 sarà invece destinata a tutti, senza limitazioni di platea, anche se probabilmente qualche restrizione sarà comunque prevista. La quota 41 per i precoci oggi prevede i seguenti requisiti:
- Minimo 41 anni di contributi;
- Almeno 35 anni di contributi effettivi;
- Almeno un anno di contributi versato prima dei 19 anni di età.
Questa misura è però riservata a un numero limitato di lavoratori, poiché riguarda solo:
- Caregivers che convivono da almeno 6 mesi con un familiare disabile sotto legge 104;
- Disoccupati che hanno esaurito l’ultima Naspi da almeno 3 mesi;
- Invalidi civili con una percentuale minima del 74%;
- Addetti ai lavori gravosi che abbiano svolto tali attività per almeno 6 degli ultimi 7 anni o per 7 degli ultimi 10 anni.
Probabilmente anche nel 2025 sarà possibile andare in pensione con questi requisiti e con la quota 41 per i precoci.
Come cambierà la situazione nel 2025 con l’introduzione della quota 41 per tutti
La quota 41 per tutti è attualmente solo un’ipotesi, anche se diventa sempre più concreta, dato che la misura potrebbe nascere sotto il segno delle penalizzazioni. Infatti, si parla di una versione “light” della misura, in quanto basata sul calcolo contributivo. Questo significa che sarà più penalizzante e comporterà tagli per i lavoratori.
Inoltre, potrebbe rimanere il vincolo del lavoro precoce, richiedendo ancora una volta di avere almeno 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni di età. A differenza della quota 41 per i precoci, verrebbe eliminata la limitazione alla platea, ovvero la destinazione della misura solo alle 4 categorie menzionate prima.
Il futuro della quota 103 nel 2025
La quota 103 dovrebbe essere eliminata e sostituita dalla quota 41 per tutti in versione light di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente. Tuttavia, potrebbe anche rimanere nel sistema, affiancando eventuali nuove misure. La quota 103 consente di andare in pensione a chi raggiunge i 41 anni di contributi, ma solo con almeno 62 anni di età. La misura prevede il calcolo contributivo della pensione e, a differenza della quota 41 per tutti o per i precoci, non richiede di avere 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni di età.
Indipendentemente dalle decisioni dei legislatori sul futuro della quota 103, la misura potrà ancora essere sfruttata da chi ha maturato i requisiti nel 2023 o nel 2024, grazie al principio della cristallizzazione del diritto.
Chi, fino al 31 dicembre 2023, ha raggiunto i 62 anni di età e 41 anni di contributi, potrà andare in pensione anche se la quota 103 dovesse essere abolita. Anzi, per loro ci sarebbe anche il calcolo più vantaggioso della pensione, poiché fino al 2023 la misura prevedeva un calcolo misto.
Lo stesso diritto cristallizzato vale per chi matura i requisiti nel 2024 ma decide di non sfruttare immediatamente la pensione anticipata. Anche nel 2025 questi lavoratori potranno andare in pensione con la quota 103, indipendentemente da eventuali modifiche alla misura o dalla sua cessazione.
La cristallizzazione delle pensioni a quota per il 2025: le opportunità disponibili
Guardando ancora più indietro nel tempo, il principio della cristallizzazione del diritto si applica anche alla quota 100 e alla quota 102, le due misure che hanno preceduto la quota 103. La quota 100 è stata chiusa il 31 dicembre 2021 dopo tre anni di sperimentazione, mentre la quota 102 è terminata il 31 dicembre 2022 dopo un solo anno di operatività. La quota 100 permetteva di andare in pensione a chi avesse raggiunto, entro la fine del 2021, almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi.
Chi è riuscito a soddisfare questi requisiti entro il 31 dicembre 2021 potrà accedere alla pensione anticipata anche nel 2025. Lo stesso vale per chi ha completato i requisiti della quota 102 entro il 31 dicembre 2022, ossia 64 anni di età e 38 anni di contributi. Anche nel 2025 sarà possibile accedere alla pensione anticipata attraverso queste misure.