Per andare in pensione anche nel 2025 non sempre serviranno carriere contributive enormi come versamenti. E non solo per le pensioni di vecchiaia ma anche per le anticipate. Sicuramente è vero che per le pensioni anticipate spesso servono tantissimi anni di contributi. Con carriere variabili in base alla misura prescelta, con contributi che vanno dai 30 ai 43 anni circa. E non sono certo tanti i lavoratori capaci di vantare carriere così lunghe. Però è altrettanto vero che ci sono diverse misure che possono consentire di andare in pensione con molti meno anni di contributi.
La misura pilastro del sistema si chiama pensione di vecchiaia ordinaria
La pensione di vecchiaia ordinaria è una misura strutturale del sistema. Anzi, essendo sicuramente la principale misura prevista e vero pilastro del sistema, è il primo strumento che analizzeremo dato che permette a un lavoratore di andare in pensione a 67 anni di età con 20 anni di contributi versati. Una misura che non distingue tra uomini e donne, oppure tra invalidi e non invalidi. E non distingue nemmeno tra categorie di lavoro svolto. L’unica differenza è legata alla data di partenza dei versamenti contributivi. Ovvero dalla data di iscrizione alla previdenza obbligatoria.
Per i vecchi iscritti infatti la pensione di vecchiaia si chiama ordinaria nel senso che permette di andare in pensione per davvero una volta raggiunti i 67 anni di età ed i 20 anni di versamenti. E per nuovi iscritti parliamo di chi ha il primo accredito a qualsiasi titolo di contribuzione prima del 1996.
Tutte le vie di uscita per la pensione di vecchiaia o anticipata con 20 anni di versamenti
Chi ha iniziato a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995 è un nuovo iscritto. Sono lavoratori che vengono chiamati contributivi puri. E possono andare in pensione a 67 anni di età e con 20 anni di contributi, ma solo a condizione che l’assegno previdenziale liquidato dall’INPS alla data di uscita sia pari o superiore all’assegno sociale. In questo caso parliamo di pensione di vecchiaia contributiva, che a dire il vero si centra solo a 71 anni di età con 5 anni di contributi. Solo a questa età infatti si evita di dover raggiungere un importo minimo della pensione. Prima, come detto a 67 anni, 20 anni di versamenti non sempre bastano. Anche perché per i nuovi iscritti la pensione di vecchiaia come qualsiasi altro trattamento non prevede maggiorazioni e integrazioni al trattamento minimo.
La pensione di vecchiaia per le lavoratrici anche 12 o 16 mesi prima, ma non per tutte
Nel 2025 la pensione di vecchiaia per i nuovi iscritti, o meglio, per le nuove iscritte visto che parliamo di pensioni per lavoratrici, saranno agevolate in maniera migliore rispetto ad oggi. Infatti potrebbero avere la possibilità di uscire a 65 anni e 8 mesi le lavoratrici che hanno avuto quattro o più figli. Un taglio di 16 mesi quindi. Oggi invece si parla di uno sconto di 12 mesi al massimo. Infatti le lavoratrici possono godere di un taglio di 4 mesi a figlio avuto fino a massimo 12 mesi per tre o più figli. Nel 2025 potrebbe passare ad uno sconto di 4 mesi a figlio avuto fino a massimo 16 mesi per quattro o più figli.
La pensione anticipata contributiva 2025, cosa cambia?
Contributivi puri o nuovi iscritti. parliamo di chi ha contributi versati solo successivi al 31 dicembre 1995. Soggetti che hanno difficoltà, come detto prima, a centrare una pensione a 67 anni ma che possono godere di un vantaggio a 64 anni.
Con 20 anni di contributi versati a 64 anni di età c’è infatti la pensione anticipata contributiva sia per gli uomini che per le donne. E come sempre per le donne c’è uno sconto in base ai figli avuti esattamente come per le già citate pensioni di vecchiaia. Infatti, anziché a 64 anni con 20 anni di contributi possono lasciare il lavoro e andare in pensione a 63 anni sempre con 20 anni di contributi. Ma solo con tre o più figli avuti e sempre con lo sconto di 4 mesi a figlio fino a massimo 12 mesi. Non è certo e tutto ciò che c’è scritto nella legge di Bilancio può essere interpretato diversamente, ma anche per questa misura nel 2025 si potrebbe passare a 16 mesi di sconto per chi ha avuto 4 o più figli e uscite a 65 anni e 8 mesi di età.
La pensione a 56 o 61 anni rispettivamente per donne o uomini
Una carriera di 20 anni di contributi versati può bastare anche per gli invalidi. Purché affetti da una riduzione della capacità lavorativa specifica per il lavoro che svolgono o che hanno svolto. Una lavoratrice invalidi in misura non inferiore all’80%, se ha una invalidità specifica e quindi pensionabile, può, a 56 anni di età, accedere alla pensione anticipata di vecchiaia per invalidi. I lavoratori invece possono fare la stessa operazione ma a partire dai 61 anni di età.
Ricapitolando, sono diverse le misure che consentono di andare in pensione con 20 anni di contributi. Sia pensioni di vecchiaia che pensioni anticipate. E chi si trova con pochi anni di contributi mancanti, possono anche riempire la loro carriera con contributi volontari, riscatti e così via dicendo. perché in genere per i 20 anni di versamenti vale la contribuzione a qualsiasi titolo versata.