Tutti in pensione prima dei 70 anni: ma fino a quando?

La riforma pensioni 2023 riguarda le uscite anticipate, ma non la revisione della legge Fornero che prevede l’allungamento dell’età pensionabile.
3 anni fa
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L’attenzione dei lavoratori è rivolta alla riforma pensioni che il governo si appresta a varare entro l’anno. Questa riguarda però le uscite anticipate e non anche il pensionamento ordinario.

La legge Fornero, in altre parole, non dovrebbe essere cambiata. Quindi l’accesso alla pensione di vecchiaia a 67 anni o, in alternativa, con 42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età (per le donne 12 mesi in meno).

Nel 2023 si andrà ancora in pensione a 67 anni

I requisiti anagrafici per la pensione ordinaria, però, non sono fissi, ma variabili.

O meglio, agganciati alla speranza di vita e prevedono che l’età per andare in pensione si allunghi col passare del tempo.

Detto questo, l’anno prossimo si andrà ancora in pensione a 67 anni di età. Così come nel 2024. Il requisito anagrafico, legato alle aspettative di vita, non aumenta come sarebbe dovuto accadere per via della pandemia che ha ridotto le speranze di vita degli italiani di 1,2 anni.

Così, per il biennio 2023-24, l’età pensionabile resterà congelata. Il meccanismo di aggiornamento, non prevede un arretramento, ma soltanto uno stop temporaneo all’aumento qualora la speranza di vita subisca un calo.

La corsa al rialzo dell’età pensionabile riprenderà nel 2025 (3 mesi in più) per raggiungere il limite fissato dalla Fornero a 68 anni nel 2031. Da lì in avanti gli incrementi, sempre legati alla speranza di vita, passeranno da 3 mesi a 2 mesi ogni biennio fino al 2054.

Gli adeguamenti alla speranza di vita

Gli adeguamenti, come previsto dalla Fornero, interessano in linea generale tutte le prestazioni erogate dalla previdenza pubblica obbligatoria. Il primo adeguamento si è verificato nel 2013 ed è stato pari a 3 mesi.

Mentre il secondo adeguamento è avvenuto nel 2016 ed è stato pari a 4 mesi. Il terzo è scattato nel 2019 in misura pari a 5 mesi. Il quarto adeguamento, per il biennio 2021-2022 è stato nullo a causa del rallentamento della speranza di vita, così come il quinto previsto per il biennio 2023-2024.

Si è passati così da 66 anni a 67 anni nel giro di un decennio. In assenza di un rallentamento della aspettativa di vita saremmo oggi a 67 anni e 6 mesi. Ma in prospettiva l’obiettivo della legge è quello di arrivare a 70 anni nel 2054.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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