Tutto sul Supporto Formazione e Lavoro da 350 euro al mese, la guida dettagliata

Come funziona il nuovo Supporto Formazione e Lavoro: vincoli, requisiti, differenze con Assegno di Inclusione e Reddito di Cittadinanza.
10 mesi fa
4 minuti di lettura
Al posto del reddito di cittadinanza nuovo supporto formazione e lavoro, ecco come fare.
Foto © Licenza Creative Commons

Da una parte l’Assegno di Inclusione e dall’altra il Supporto alla Formazione e al Lavoro. Sono le due misure che hanno preso il posto del Reddito di Cittadinanza, e riguardano due diverse platee di potenziali aventi diritto. Per l’Assegno di Inclusione, il perimetro è quello delle famiglie con all’interno situazioni di fragilità come possono essere la presenza di un invalido, di uno o più minorenni o di over 60.

Dentro l’ADI anche chi ha problematiche tali da portare alla presa in cura da parte dei servizi sociali del proprio Comune.

Per il Supporto alla Formazione e al lavoro invece, la platea è quelle dei cosiddetti attivabili al lavoro. Si tratta di soggetti di età compresa tra i 18 anni già compiuti e i 60 anni ancora da compiere. E oggi il nostro focus riguarda proprio quest’ultima misura. Perché sono tanti i lettori che ci chiedono informazioni al riguardo non sapendo che fare. Un tipico esempio è quello del quesito di sotto:

“Salve, sono Pietro e sono un vostro lettore affezionato nonché un ex beneficiario del Reddito di Cittadinanza. Ho 56 anni di età e ho preso il Reddito di Cittadinanza fino a dicembre. Adesso però dovrei presentare domanda per la nuova misura e mi hanno detto che non ho diritto all’Assegno di Inclusione. Dovrei optare per il Supporto alla Formazione e al lavoro. Ma non ho capito niente di questa misura. Come funziona davvero? Quanti soldi dà questo nuovo sussidio e cosa dovrei fare per riceverlo? Parlo naturalmente della domanda e di come funzionano gli obblighi formativi.”

Tutto sul Supporto Formazione e Lavoro da 350 euro al mese, la guida dettagliata

Il Supporto Formazione Lavoro, da cui l’acronimo di SFL, riguarda soggetti che per condizione, per reddito e per età, non rientrano nel perimetro dell’Assegno di inclusione. La misura riguarda tutte le famiglie con all’interno esclusivamente soggetti tra i 18 e i 59 anni di età e senza problemi di carichi di cura o invalidità.

Ma può riguardare anche soggetti di famiglie che prendono l’Assegno di Inclusione, ma per il quale non concorrono a determinare l’importo perché esclusi dalla scala di equivalenza. In pratica, SFL e ADI sono compatibili, anche se bisogna aspettare le prime erogazioni per capire in che modo le due misure possono convivere nello stesso nucleo familiare.

Le differenze tra Supporto Formazione e Lavoro e Reddito di Cittadinanza sono tante

Il Supporto Formazione Lavoro è una misura particolare nel suo genere perché si discosta molto dal Reddito di Cittadinanza ed anche dall’Assegno di Inclusione. Anche solo il fatto di poterlo percepire, è diverso dal solito. Infatti i beneficiari devono dimostrare prima di tutto e pure prima di prenderlo, di partecipare alle varie iniziative loro destinate di ricollocamento lavorativo e di formazione al lavoro.

In pratica, una misura che ha nelle politiche attive sul lavoro non soltanto uno dei parametri utili alla fruizione, ma il principale parametro utile a poter percepire il sussidio. Ed effettivamente il DL n° 48 del 2023, meglio noto come Decreto Lavoro, mette in risalto proprio l’attitudine formativa e di nuova inclusione lavorativa della misura. Non più un semplice sussidio quindi. Una misura che prevede prima il rispetto degli obblighi e poi l’incasso del sussidio. Il Reddito di Cittadinanza invece funzionava esattamente all’opposto.

Come si chiede il nuovo sussidio da 350 euro al mese per gli attivabili al lavoro

Il Supporto alla Formazione e al Lavoro si richiede all’INPS tramite la procedura telematica presente sul sito dell’Istituto. Si può fare tramite SPID, CIE o CNS, accedendo all’area riservata My INPS. In questo caso dal sito INPS si viene catapultati nella piattaforma SIISL dove si sottoscrive pure il patto di attivazione digitale.

In alternativa ci sono i Patronati e i CAF. Per poter richiedere il sussidio serve essere in possesso di alcuni requisiti precisi che sono:

  • essere cittadini italiani, di uno Stato Membro dell’Unione europea o essere familiari di questi cittadini ma solo se in possesso del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;
  • essere extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
  • avere lo status di rifugiato politico o di protezione internazionale;
  • essere residenti in Italia da 5 anni, di cui gli ultimi 2 passati nel territorio dello Stivale in maniera continuativa;
  • avere un ISEE non superiore a 6.000 euro;
  • avere un reddito non superiore a 6.000 euro aumentato in base ai componenti il nucleo familiare ed in base alla relativa scala di equivalenza.

Inoltre serve rispettare tutte le solite condizioni che davano diritto anche al Reddito di Cittadinanza e daranno diritto pure all’Assegno di Inclusione. Parliamo dell’assenza in famiglia di soggetti con condanne penali, oppure reclusi in carcere. Ma anche, l’assenza di autoveicoli e motoveicoli di determinate cilindrate, navi e imbarcazioni e così via dicendo.

Prima gli adempimenti poi il sussidio

Una volta presentata la domanda e sottoscritto il patto di attivazione digitale, c’è da fare altro. In effetti con la sottoscrizione del patto, il beneficiario dichiara di impegnarsi a rispondere presente alla convocazione del centro per l’impiego per i passaggi successivi della misura.

Infatti c’è da stipulare il patto di servizio personalizzato, attraverso il quale le Agenzie del Lavoro (l’interessato ne deve segnalare 3 di suo gradimento nel patto di servizio) avvieranno i programmi personalizzati di formazione, qualificazione e ricerca di lavoro.

Si ricorda infine che il Supporto Formazione e Lavoro vale 350 euro al mese per 12 mesi. E si può percepire in continuità solo se si rispettano tutte le cose prima dette. Ogni singolo componente il nucleo familiare deve richiedere questa misura, perché essa non riguarda la famiglia ma il singolo componente e richiedente.

Si può prendere tramite bonifico bancario indicando l’IBAN o tramite incasso diretto agli sportelli di Poste Italiane.

Di conseguenza, non passando più su una card come faceva il Reddito di Cittadinanza, non esistono vincoli di prelievo. I 350 euro al mese possono essere prelevati tutti in contanti e spesi liberamente.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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