La Naspi è l’indennità erogata dall’INPS a chi perde involontariamente il lavoro. Si tratta quindi della principale misura di sostegno per chi perde l’occupazione per cause non imputabili alla propria volontà.
Si può percepire la Naspi in caso di scadenza del contratto a termine, come accade spesso ai precari della scuola. O agli stagionali del settore turistico, alberghiero e ricettivo. Possono accedere alla Naspi anche i lavoratori licenziati. Inclusi quelli coinvolti in licenziamenti collettivi, coloro che risolvono consensualmente il contratto di lavoro con l’azienda e chi si dimette per giusta causa.
In pratica, solo le dimissioni volontarie precludono la possibilità di usufruire della Naspi. L’indennità, una volta concessa, dura fino a un massimo di 2 anni, poiché la sua durata è pari alla metà delle settimane lavorate nei 4 anni precedenti. Tuttavia, oggi non ci soffermiamo sulle regole di accesso alla Naspi, ma ci concentriamo sugli importi percepiti, perché è su questo aspetto che i disoccupati spesso riscontrano difficoltà.
La domanda giunta in redazione
“Buongiorno, ho appena terminato la mia stagione lavorativa presso uno stabilimento balneare. Questa sarà la prima volta che chiederò la Naspi. Sono una ragazza di 22 anni alla mia prima esperienza lavorativa dopo aver terminato il percorso di studi. Ho lavorato dal primo maggio al 30 settembre e dovrei avere diritto a 2 mesi e mezzo di Naspi. Fin qui tutto chiaro. Ciò che non mi è chiaro è l’importo della Naspi. Ho percepito 2.000 euro al mese netti per questi 5 mesi di lavoro. Per capire quanto percepirò di Naspi, devo calcolare il 75% di 2.000 euro o dello stipendio lordo, che in busta paga è di circa 2.800 euro? Potete anticiparmi quanto percepirò effettivamente di Naspi?”
Tutto sulla Naspi 2024: la guida al calcolo e gli esempi pratici per fascia di stipendio
La regola generale stabilisce che la Naspi è pari al 75% della media delle retribuzioni imponibili ai fini previdenziali (cioè la retribuzione su cui si calcolano i contributi INPS) che il lavoratore ha percepito nel periodo di osservazione.
La durata massima di 24 mesi, pari alla metà delle settimane lavorate negli ultimi 4 anni, vale solo se questi periodi non sono stati utilizzati per altre indennità di disoccupazione precedenti. Altrimenti, la durata della Naspi si riduce ai periodi non ancora utilizzati. Per gli stagionali del turismo, ad esempio, poiché il ricorso alla Naspi è costante alla fine di ogni stagione, la durata dell’ultima Naspi spesso corrisponde al periodo di lavoro dell’ultima stagione.
Lo stesso principio vale per gli importi: la media delle retribuzioni è calcolata solo sul periodo di lavoro considerato per la Naspi, escludendo le retribuzioni dei periodi di lavoro già utilizzati per precedenti indennità.
Ecco i limiti e le regole per il calcolo della Naspi nel 2024
Tornando alla regola generale del 75% della media delle retribuzioni, è facile che questa possa generare aspettative errate tra i lavoratori. Ad esempio, un lavoratore con uno stipendio medio di 3.000 euro negli ultimi 4 anni potrebbe aspettarsi di ricevere una Naspi di 2.250 euro al mese. Questo è un errore comune. La Naspi infatti non può mai raggiungere tale importo.
Ogni anno, in base all’inflazione certificata dall’ISTAT, l’INPS impone un tetto massimo per l’indennità, che per il 2024 è fissato a 1.550,42 euro al mese.
Gli esempi pratici: come si arriva all’importo esatto dell’indennità per disoccupati INPS
Il calcolo specifico prevede che il 75% si applichi su 1.425,21 euro e che si aggiunga il 25% della differenza tra la retribuzione media e i 1.425,21 euro. È così che si arriva all’importo massimo di 1.550,42 euro.
Chi ha una retribuzione media di 1.000 euro percepirà 750 euro al mese di Naspi. In teoria, chi ha una retribuzione media di 2.000 euro dovrebbe prendere 1.500 euro al mese, ovvero il 75% di 2.000 euro. Ma non è così. Il 75% si applica solo sui primi 1.425,21 euro, mentre il 25% si calcola sulla differenza tra i 2.000 euro di retribuzione media e i 1.425,21 euro. Questo porta l’importo della Naspi a 1.209,59 euro (1.065,90 + 143,69 euro). Quindi, il fattore determinante è quel 25% sulla differenza di retribuzione oltre i 1.425,21 euro.