“Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere“, affermava San Tommaso Moro. Cambiare, in effetti, non è mai semplice. A partire dalle piccole necessità quotidiane fino ad arrivare a questioni più importanti, ogni cambiamento merita di essere valutato con attenzione.
Ogni decisione, d’altronde, porta con sé delle conseguenze. Lo sa bene il Governo Meloni che, stando alle ultime novità inerenti il reddito di cittadinanza, potrebbe avere un ripensamento sull’abolizione del sussidio targato Movimento 5 Stelle.
Legge di bilancio 2023, verso l’abolizione del sussidio
Introdotto dal Governo Conte con l’intento di offrire un sostegno alle famiglie alle prese con delle difficoltà finanziarie, il reddito di cittadinanza è finito spesso al centro delle critiche perché sembra scoraggiare la ricerca di lavoro. Da qui la decisione dell’attuale Governo Meloni di apportare delle modifiche al sussidio in questione. In particolare, grazie alla Legge di bilancio, così come riportato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è previsto che:
“Inizia il periodo transitorio verso l’abolizione del reddito di cittadinanza. Dal 1 gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 7 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. […] Il reddito di cittadinanza sarà abrogato il 1 gennaio 2024 e sarà sostituito da una nuova riforma”.
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Il 2024, quindi, dovrebbe segnare l’addio al reddito di cittadinanza. Il condizionale è d’obbligo, perché non si esclude un possibile ripensamento da parte dell’esecutivo. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, infatti, ha dato il proprio benestare alla raccomandazione del Consiglio Ue con cui viene richiesto agli Stati membri di adottare un reddito minimo contro la povertà.
Ripensamento sulla cancellazione del sussidio in vista? A quanto pare no. Come sottolineato dall’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, infatti, il reddito minimo e il Reddito di cittadinanza sono due misure differenti. Il primo è correlato allo svolgimento di un’attività lavorativa, mentre il secondo si rivela essere solo un sussidio. Ma non solo, sembra che l’approvazione alla raccomandazione sia stata fatta solo per non avere contrasti con Bruxelles.
Al momento, pertanto, non ci dovrebbero essere ulteriori ripensamenti. Anzi, il Governo Meloni sembra pronto a proseguire per la sua strada e mettersi al lavoro per dare il via a una riforma grazie alla quale applicare delle misure ad hoc per contrastare la povertà.