Il super bonus cashback – che consiste in un premio pari a 1.500 euro a semestre per i primi 100 mila partecipanti che abbiano totalizzato il maggior numero di transazioni con carte e app di pagamento registrati ai fini del Programma Cashback – continua a far parlare di sé.
Alcuni utenti, ne avevamo già parlato, stanno utilizzando alcuni trucchetti per scalare la classifica del bonus e ottenere il premio da 3.000 euro l’anno (1.500 euro a semestre).
La “gazzetta di Parma”, in questi giorni, ha riportato la notizia di un caso estremo di furbetto del bonus cashback. Si tratta di un soggetto che avrebbe effettuato ben 60 transazioni per un rifornimento di carburante da 60 euro (1 euro a transazione).
Tutto questo, seppur sulla carta lecito, penalizza proprio l’esercente, al quale, in questo caso, gli verrà addebitato costo per le transazioni non di poco conto.
Super Bonus Cashback, cos’è?
Il cosiddetto piano cashabck, sostanzialmente, si divide in 2 bonus distinti:
- il primo è il “bonus cashback”, che consiste in un rimborso pari al 10%, fino ad un massimo di 150 euro per ogni periodo di 6 mesi, degli acquisti effettuati nei negozi fisici con qualsiasi carta di pagamento;
- il secondo, invece, è il cosiddetto “super bonus cashback”, il quale consiste in un premio pari a 1.500 euro per i primi 100 mila partecipanti che, nel singolo semestre di riferimento, abbiano totalizzato il maggior numero di transazioni con carte e app di pagamento registrati ai fini del Programma. Non c’è un importo minimo di spesa.
A pagare le conseguenze dei furbetti sono gli esercenti
In questi giorni, la “gazzetta di Parma” ha riportato la notizia di un caso estremo di furbetto del bonus cashback.
A Fidenza, un benzinaio si è ritrovato nel self-service, una dietro l’altra, ben 60 ricevute da 1 euro ciascuna, da parte dello stesso utente.
Questa operazione, per ovvi motivi, è stata fatta al solo scopo di scalare la classifica del super bonus cashback e vincere il tanto agognato premio da 1500 euro a semestre.
Sulla carta nulla di illecito. La normativa, infatti, non prevede alcun limite all’uso della carta, anche se c’è chi parla di operazioni elusive (tutto da dimostrare).
C’è però un altro problema, quello legato all’eccessivo costo commissionale generato per via del numero di transazioni effettuate.
Per ogni transazione, ha spiegato il benzinaio, vengono addebitate commissioni pari a 0,38 euro, più una percentuale sull’importo. In concreto, per quei 60 euro di carburante, ben 23 sono già finiti in commissioni. E c’è già chi pensa di chiudere i self-service notturni.