La pensione di reversibilità è ciò che un pensionato deceduto lascia al suo coniuge o, in taluni casi, ad altri eredi che possono rientrare tra i beneficiari della pensione ai superstiti. Si tratta di un trattamento molto importante per molti vedovi, al punto che diventa fondamentale come sostentamento. Non sempre, però, gli importi della pensione di reversibilità sono soddisfacenti.
Se l’unico beneficiario del trattamento è il coniuge del pensionato defunto, infatti, per lui c’è il 60% della pensione percepita in vita dal pensionato.
“Salve, sono una vedova che da gennaio 2024 prende la pensione di reversibilità. L’INPS mi concede una pensione da 600 euro al mese e io non riesco certo ad andare avanti facilmente con questa prestazione. Sento parlare di assegno di vedovanza, che può dare somme aggiuntive alla pensione di reversibilità. Vorrei capirne di più, grazie.”
“Buonasera, se non ho letto male le normative, mia madre, rimasta vedova da qualche mese, visto che prende la reversibilità in aggiunta all’accompagnamento perché invalida al 100%, dovrebbe avere diritto pure all’assegno di vedovanza, giusto? Mi sapete dire se ho ragione e se si può fare una domanda? E se sì, come fare?”
Un assegno in più per invalidi e titolari di pensione di reversibilità, ecco come prendere di più ogni mese
Si chiama assegno di vedovanza ed è il trattamento integrativo alla pensione di reversibilità che percepiscono alcuni vedovi che sono, allo stesso tempo, anche invalidi. In pratica, si tratta di una prestazione scollegata dalla reversibilità, perché l’assegno di vedovanza integra la pensione di reversibilità con una cifra aggiuntiva che può essere superiore a 50 euro al mese.
Come funziona l’assegno di vedovanza
Ricapitolando, ai vedovi che già percepiscono la reversibilità, o che stanno per chiederla all’INPS, se sono anche invalidi, è possibile che l’INPS eroghi, su domanda, questo assegno di vedovanza. Per avere diritto a questo assegno, serve rispettare determinati requisiti. Ci sono quelli indiretti del richiedente, perché sono requisiti che riguardano il defunto, e poi ci sono dei requisiti diretti del richiedente l’assegno di vedovanza.
Per esempio, il pensionato deceduto deve essere titolare di una pensione diversa da quella erogata dal fondo pensioni dei lavoratori autonomi, commercianti, artigiani o agricoli. Infatti, non ci sono distinzioni tra lavoratori del settore privato o del pubblico impiego, ma per gli autonomi, cioè se il pensionato deceduto era un lavoratore autonomo, il coniuge superstite non può chiedere l’assegno di vedovanza.
Come si presenta domanda per l’assegno aggiuntivo alla pensione di reversibilità per gli invalidi
Se quelli prima descritti sono i requisiti indiretti del richiedente l’assegno di vedovanza, quelli diretti, che riguardano proprio chi richiede la prestazione, sono relativi all’invalidità e ai suoi redditi. Come detto, bisogna essere inabili totali e permanenti al lavoro. Oppure, in alternativa, bisogna risultare come beneficiari dell’indennità di accompagnamento. Inoltre, non bisogna superare determinati limiti di reddito.
Nello specifico, per percepire l’assegno di vedovanza, il reddito non deve essere superiore a 32.148,87 euro. Chi ha un reddito fino a 28.659,42 euro, può ottenere l’importo massimo di assegno di vedovanza, che è pari a 52,91 euro al mese. Per chi ha redditi più alti ma entro i 32.148,87 euro, l’importo è pari a 19,59 euro al mese.
Per le domande, i canali sono i soliti, che passano dal portale dell’INPS e dall’area riservata.
Salve vorrei sapere se l’assegno di vedovanza aspetta solo al coniuge del defunto che prende la reversibilità o anche ai figli invalidi al 100% inabili al lavoro orfani.di entrambi i genitori
Faccio la stessa domanda della signora Lorena, scritta l’8 u.s alle 12,44