Le pensioni degli italiani si allontanano sempre di più. Il trend ormai è chiaro e l’ultima Legge di Bilancio non ha fatto altro che confermarlo. Se pensiamo che anche una misura di accompagnamento alla pensione come l’APE sociale, che è più assistenziale che previdenziale, è stata portata a 63 anni e 5 mesi (nel 2023 era a 63 anni), si denota la via intrapresa dai legislatori per la previdenza sociale futura.
Si cercano soluzioni per far rimanere quanto più a lungo possibile le persone a lavorare ed a rimandare la quiescenza. Un indizio in questo senso può essere considerata la riproposizione del Bonus Maroni anche nel 2024 di fianco alla nuova quota 103.
Questa misura poi, diventando contributiva, finirà con il non piacere molto a chi matura i requisiti, a tal punto che per molti restare al lavoro sarà conveniente due volte.
Partendo dall’idea di tenere in servizio il personale sanitario più a lungo, in questo caso per questioni di carenza di personale, ecco che oggi trapela in molti nostri lettori la domanda riguardo al bonus per chi resta al lavoro fino a 71 anni.
Una nuova domanda giunta in redazione
“Salve, sono un lavoratore che viaggia spedito verso i 67 anni di età. A dicembre 2024 compio questa età e dovrei poter andare in pensione con più o meno 30 anni di contributi versati. Oggi ho letto diversi quotidiani che parlavano di Bonus per restare al lavoro fino a 71 anni di età. Volevo alcune delucidazioni in merito, perché faccio un lavoro che non mi dispiace e ho ancora la forza di lavorare. Se c’è da ottenere qualcosa in più perché dovrei andare per forza in pensione? Mi spiegate di cosa tratta questo nuovo Bonus?”
Un Bonus per chi resta al lavoro fino a 71 anni? Sulle pensioni esiste già, ecco cosa si ottiene
A dire il vero questo fantomatico bonus per restare a lavorare fino a 71 anni di età non esiste ed è soltanto frutto di una proposta fatta da Alberto Brambilla, attuale Presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali. Si tratta di uno dei più noti esperti di previdenza del Paese. E si dice che fu una delle menti del programma elettorale della Lega prima del successo che il Carroccio ebbe alle Politiche che portarono al governo giallo-verde con il Movimento 5 Stelle e Giuseppe Conte Premier.
Durante il classico appuntamento di inizio anno con il Rapporto sul Bilancio Previdenziale Italiano del Centro Studi Itinerari Previdenziali è uscita fuori la proposta di pensare a un incentivo per chi resta al lavoro fino a 71 anni.
Sulle pensioni non esiste bonus a 71 anni, anche se il lavoratore ci guadagnerebbe parecchio
Tutto nasce dal fatto che anche se oggi il sistema, secondo lo studio è sostenibile, presto rischia di non essere più così. Perché i pensionati diventano sempre di più ed i lavoratori sempre di meno. E un sistema che si regge sul fatto che i lavoratori coi loro contributi paghino le pensioni a chi è in quiescenza, non può andare avanti.
Ecco che insieme a misure che prevedono età di uscita sempre maggiori, come per esempio è stato fatto con la già citata Ape sociale in premessa, servono disincentivi a lasciare il lavoro. Ripetiamo, non esiste un bonus per chi resta al lavoro fino alla veneranda età di 71 anni. Ma qualcosa l’interessato la guadagna comunque, anche se non nell’immediato.
Il bonus contributivo ma solo per la quota 103
Quello che continuano a chiamare bonus Maroni e quindi il bonus contributivo per chi resta al lavoro nonostante ha raggiunto i requisiti per la quota 103, è un incentivo a restare al lavoro. Infatti la quota contributiva a carico del lavoratore resta in busta paga generando uno stipendio più alto in misura pari al 9,19% (aliquota contributiva a carico del dipendente).
E lo fa per tutti gli anni di lavoro successivi al completamento dei