La Legge 104/92 è una normativa italiana che consente ai lavoratori dipendenti di prendersi cura di familiari con disabilità gravi o non autosufficienti senza perdere il proprio stipendio. Questa legge permette ai lavoratori di usufruire di tre giorni di permesso al mese, che possono essere suddivisi anche in ore. Si tratta dei c.d. permessi 104.
Durante questi giorni, i dipendenti continuano a percepire un’indennità pagata dall’INPS e anticipata dal datore di lavoro, garantendo così la continuità del salario.
I permessi concessi dalla Legge 104 sono riservati ai lavoratori dipendenti che assistono:
- Genitori, inclusi quelli adottivi o affidatari, di figli con disabilità grave;
- Coniuge, partner in unione civile, conviventi di fatto;
- Parentela o affinità entro il terzo grado di familiari con disabilità grave.
Oltre a ciò, anche la persona disabile stessa ha la facoltà di richiedere i permessi per sé.
L’assistenza al familiare deve essere l’obiettivo principale di questi permessi, e qualsiasi utilizzo diverso è considerato un abuso.
Geolocalizzazione e pedinamento
L’uso improprio dei permessi 104, come ad esempio impiegarli per attività personali o ricreative, è severamente vietato. I lavoratori che violano questa norma rischiano sanzioni disciplinari, fino al licenziamento per giusta causa. Questo perché tali comportamenti minano lo scopo principale della legge, che è di garantire l’assistenza necessaria ai familiari con disabilità gravi.
Un aspetto particolarmente delicato riguarda i metodi di controllo dei permessi 104. Due delle tecniche più discusse sono la geolocalizzazione tramite GPS e il pedinamento.
- geolocalizzazione permessi 104: secondo la circolare n. 2 del 7 novembre 2016 dell’Ispettorato del Lavoro, l’installazione di dispositivi GPS sui veicoli aziendali o sui dispositivi dei dipendenti può essere consentita previo consenso del lavoratore e in presenza di un accordo con le rappresentanze sindacali aziendali (RSA/RSU) o, in loro assenza, con l’autorizzazione dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL). Questo strumento permette di monitorare i movimenti del dipendente durante i giorni di permesso per garantire che vengano utilizzati correttamente;
- pedinamento: i datori di lavoro possono ricorrere anche a investigatori privati per verificare che i permessi non vengano utilizzati impropriamente. Il pedinamento può servire a raccogliere prove di eventuali abusi, come l’uso dei permessi per andare al mare o dal parrucchiere, piuttosto che per assistere il familiare disabile. Se le indagini confermano l’uso improprio, le prove raccolte possono giustificare un licenziamento per giusta causa.
La legittimità dei controlli sui permessi 104
La legittimità dei controlli sui permessi 104 è stata confermata anche dalla giurisprudenza italiana.
I permessi concessi dalla Legge 104 rappresentano un’importante risorsa per i lavoratori che devono assistere familiari con disabilità gravi. Tuttavia, è fondamentale che questi permessi vengano utilizzati correttamente e nel rispetto delle norme previste. L’abuso dei permessi può portare a severe conseguenze disciplinari e legali, inclusi il licenziamento per giusta causa e implicazioni penali.
I datori di lavoro hanno il diritto di controllare l’uso dei permessi per garantire che siano impiegati per gli scopi previsti dalla legge. Strumenti come la geolocalizzazione e il pedinamento possono essere utilizzati in presenza di sospetti fondati di abuso, e la loro legittimità è confermata dalla giurisprudenza. A ogni modo, è fondamentale mantenere un equilibrio tra il diritto del lavoratore all’assistenza dei propri familiari e la necessità di prevenire e punire eventuali abusi, per garantire che i benefici della Legge 104 siano riservati a chi ne ha veramente bisogno.
Riassumendo…
- i permessi 104 consentono ai lavoratori di assistere familiari disabili senza perdere lo stipendio
- l’uso improprio dei permessi può portare a sanzioni disciplinari, incluso il licenziamento
- geolocalizzazione e pedinamento possono verificare l’uso corretto dei permessi
- controlli legittimi confermati dalla sentenza n. 9749/2016 della Corte di Cassazione
- necessario equilibrio tra diritti dei lavoratori e prevenzione degli abusi è fondamentale