Un errore comune esclude le cartelle esattoriali e i debiti dalla sanatoria e dalla prescrizione

Aderire alla definizione agevolata delle cartelle esattoriali può causare un danno al contribuente che verrebbe escluso dalla sanatoria.
2 anni fa
4 minuti di lettura
Cartelle esattoriali, novità dalla riforma fiscale: 120 piccole rate e importi bassi come alternativa valida alla rottamazione?
Foto © Licenza Creative Commons

Cartelle esattoriali dentro la nuova grande sanatoria del Governo Meloni. Ormai il provvedimento è fatto e, tra cartelle di piccolo importo azzerate automaticamente e rateizzazioni con sconti e tagli di importo, i contribuenti si chiedono cosa fare. La materia è talmente vasta e complicata che i chiarimenti spesso sono insufficienti, perfino quelli che eroga Agenzia delle Entrate riscossione nel rispondere alle FAQ degli utenti.

Molti si chiedono come si arriva alla cartella e cosa bisogna fare per capire quali sono i debiti che rientrano nella sanatoria e quali invece vengono esclusi.

Il quesito principale resta quello che riguarda la tempistica con cui un debito diventa cartella esattoriale.

“Buonasera, mi chiamo Andrea e sono un vostro lettore affezionato. Ho qualche piccola pendenza con le tasse. Non sono un evasore seriale, ma per dimenticanza o per difficoltà momentanee ho sicuramente qualcosa da pagare. Adesso che entra la sanatoria delle cartelle, vorrei finalmente ripulire il tutto. Ma non ho capito dove verificare tutti i miei debiti e capire quali cartelle posso saldare e quali invece no perché come avete scritto voi in precedenza con altri articoli, i debiti non ancora cartelle non si possono risolvere. Potete spiegarmi tutto per cortesia?”

Le cartelle esattoriali e l’estratto di ruolo

O tramite accesso diretto agli sportelli dell’Agenzia delle Entrate riscossione, o andando da un commercialista, un CAF o una associazione dei consumatori. Sono queste le vie più comuni per poter entrare in possesso dell’estratto di ruolo. Si tratta del documento che riepiloga tutte le cartelle esattoriali a nome di un contribuente. Da professionisti del settore come lo sono quelli prima citati, il contribuente deve per forza di cose passare tramite delega. Adesso c’è una validissima alternativa a questo passaggio.

Con Spid, Cie o Cns il contribuente può recuperare l’estratto di ruolo da solo, comodamente da casa.

Nell’estratto ruolo sono presenti tutte le cartelle esattoriali e i debiti che un contribuente ha con Agenzia delle Entrate riscossione. Tutti i debiti quindi, anche quelli saldati e quelli su cui sono presenti piani di rateizzazione. Ma nell’estratto di ruolo ci sono solo le cartelle, non gli altri debiti che ha un contribuente ma su cui non c’entra ancora nulla l’Agenzia delle Entrate Riscossione.

 

Cosa succede prima che un debito diventi cartella

Dal momento che si parla di debiti nei confronti dello Stato o di altro ente pubblico, parliamo di tasse, tributi, imposte e multe. Essendo enorme la tassazione italiana, è enorme pure il numero di balzelli a cui un contribuente può essere assoggettato. Una cartella esattoriale non è altro che lo stadio finale di un debito. Nel senso che è quel debito che passa dall’ente a cui era dovuto, all’ente deputato ala riscossione. Tutto comunque parte dal mancato pagamento del contribuente. Un contribuente che non paga una tassa piuttosto che un’imposta. L’ente a cui la tassa era dovuta, non ricevendo il pagamento, emana il provvedimento di accertamento. In pratica, si chiede al debitore di versare la tassa che precedentemente non era stata pagata entro la scadenza.

Cartelle esattoriali ma anche l’accertamento

Con l’accertamento oltre alla tassa in genere viene chiesto di pagare pure una sanzione, una multa, gli interessi per ritardato pagamento e le spese di notifica dell’accertamento. Dopo l’accertamento, al perdurare dell’omissione del pagamento, ecco che un ente può dare mandato ad Agenzia delle Entrate riscossione di passare all’incasso con le maniere forti della cartella esattoriale. Se l’ente creditore è lo Stato, il “braccio armato” è sempre l’Agenzia delle Entrate riscossione (IVA, IRPEF, IRAP ecc.). In molti casi un ente locale, come può essere la Regione piuttosto che il Comune, può dare mandato a un diverso concessionario per la riscossione.

Ecco che in questo caso un contribuente può avere debiti che nell’estratto di ruolo non compaiono semplicemente perché non appartengono ad Agenzia delle Entrate riscossione.

Perché non tutto può essere rottamato

i tempi tecnici che passano tra accertamento dell’ente impositore e cartella esattoriale sono a volte lunghi e altre volte lunghissimi. E se per la rottamazione delle cartelle, se un debito non è diventato cartella entro il 30 giugno 2022, questo debito non potrà essere scontato e rateizzato con la definizione agevolata, peggio ancora va al contribuente con la cancellazione d’ufficio. Per esempio il bollo auto 2014 e 2015 o il canone Rai dello stesso biennio, ma anche l’Irpef dell’anno di imposta 2015 e 2014 o una multa per eccesso di velocità del 2014, difficilmente saranno dentro la cancellazione automatica. Questo anche se sono inferiori a 1.000 euro e nonostante sono debiti antecedenti il 2015. Infatti nella sanatoria del governo le cartelle fino al 2015, se di importo inferiore a 1.000 euro godranno della cancellazione d’ufficio. Ma non evidentemente i debiti prima citati che non sono ancora cartelle.

La prescrizione delle cartelle meglio della sanatoria

Rinunciare a qualsiasi azione contro il Fisco è alla base dell’adesione alla definizione agevolata delle cartelle. Significa che per godere di un lungo piano rateale e di sconti importanti, il contribuente deve rinunciare a fare causa al Fisco. Queste le linee guida di tutte le altre sanatorie di cui ci ricordiamo. E probabilmente sarà così anche stavolta. Inoltre, va ricordato che anche le rateizzazioni ordinarie hanno un cavillo che può sembrare banale ma non lo è. In pratica chiedendo e ricevendo l’ok al piano rateale, anche senza sanatorie, condoni e rottamazioni, il contribuente di fatto accetta come buona la pretesa da parte dell’Agenzia delle Entrate riscossione. Significa accettare quello specifico debito e non poter più ricorrere e contestarlo.

Quando la prescrizione aiuta

Un blocco che vale anche per la prescrizione.

Infatti un ente pubblico ma anche Agenzia delle Entrate riscossione devono seguire le tempistiche prestabilite per poter chiedere in maniera lecita un pagamento ad un contribuente. Se non rispettano i giusti tempi, il debito può scadere. E se un debito è prescritto, non può mai diventare cartella. Significa che prima di aderire alla definizione agevolata delle cartelle, sarebbe opportuno controllare anche se tutte le pretese di Agenzia delle Entrate riscossione siano giuste. Il bollo auto per esempio si prescrive in 3 anni. le multe invece si prescrivono i  5 anni mentre il canone Rai in 10 anni.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Reddito di cittadinanza
Articolo precedente

Se ti tolgono il reddito di cittadinanza puoi fare ricorso?

Rottamazione-quater cartelle pace fiscale
Articolo seguente

Rottamazione-quater. Gli effetti sulle cause in corso, eventuale rinuncia