Italia Paese della burocrazia e delle complicazioni. Non bastano le mascherine, i divieti e la App Immuni e le sanzioni. Ora si pensa anche a un passaporto sanitario per andare in vacanza.
L’Italia è diventato improvvisamente uno Stato di Polizia dove tutti siamo controllati, spiati e puniti. Eppure i cittadini hanno dimostrato coscienza e buon senso di fronte all’emergenza sanitaria, più che in molti altri Paesi d’Europa.
Passaporto sanitario per le vacanze
Così sta prendendo piede in maniera velleitaria l’idea di introdurre l’obbligo di un lasciapassare sanitario, una specie di passaporto, tra una regione e l’altra, con cui si certifica che si è negativi al Covid-19.
Il governo frena
Ma il passaporto sanitario, così come ideato, appare impraticabile. In primo luogo perché non esistono protocolli certi per certificare la negatività del portatore di virus (il turista potrebbe risultare negativo al momento del test e poi sviluppare la malattia una volta in vacanza). Poi perché introdurre un sistema di controllo del genere sulla popolazione a livello nazionale limiterebbe notevolmente le libertà di spostamento fra una regione e l’altra inducendo molti vacanzieri a rinunciare o a non poter andare in ferie perché non in possesso del “via libera” sanitario. Infine, il costo del test sanitario sarebbe a totale carico del cittadino che dovrebbe sobbarcarsi i costi in farmacia o nei laboratori di analisi per effettuare un primo check mediante saliva e poi tramite tampone ottenendo il responso poco prima della partenza per le vacanze.
Il piano B per la Sardegna
La Sardegna ha tuttavia intenzione di procedere da sola. “Abbiamo già previsto due scenari alternativi se il Governo dovesse dire no al sistema del passaporto sanitario proposto dalla Sardegna“. Così il presidente Solinas durante un’intervista. “Illustrerò le specifiche venerdì prossimo, sino ad allora lavoreremo con tenacia per affermare il modello principale da noi proposto“. Due alternative che, comunque, spiega il governatore, “consentiranno gli arrivi in Sardegna grazie a un sistema di controlli attraverso le app e le autocertificazioni da compilare in aereo o nave“. Un soluzione che, se da un lato tenderà a preservare maggiormente la salute dei turisti e residenti, dall’altra rischia di far cambiare idea agli italiani (ma anche agli stranieri) sulla scelta delle mete turistiche per un’estate che si preannuncia già molto travagliata per il settore turistico e alberghiero.