Una pensione più alta, oppure in anticipo, o ancora con recupero arretrati, chi può scegliere

Ecco alcuni vantaggi per le lavoratrici e come scegliere tra una pensione più alta, oppure in anticipo, o ancora con recupero arretrati, la guida dettagliata.
17 ore fa
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Una pensione più alta, oppure in anticipo, o ancora con recupero arretrati, chi può scegliere
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Un sistema davvero particolare quello previdenziale italiano. Un sistema che prevede numerose misure di pensionamento da poter sfruttare, tutto in base al singolo contribuente, al suo genere, al lavoro svolto e alla carriera contributiva di cui è in possesso.
E ogni misura prevede una serie di requisiti assai particolari da centrare oltre ai soliti requisiti anagrafico-contributivi. Infine, ogni misura ha delle diverse opzioni, che prevedono la libera scelta da parte di alcuni contribuenti. Non sarà la tanto agognata flessibilità che tutti vogliono ma di cui il sistema è carente, ma opportunità diverse ce ne sono e bisogna saper scegliere. A volte si deve scegliere tra una pensione più alta, oppure in anticipo, o ancora con recupero arretrati.

Le lavoratrici che ricadono nel contributivo e sono diventate mamme nella loro vita hanno di che scegliere per esempio.

“Buongiorno, sono una vostra lettrice. Vado verso i 64 anni di età perché sono nata a novembre del 1961. Sono una lavoratrice dipendente con due figli avuti. Mi date dei consigli su come scegliere la via migliore per la pensione anticipata contributiva? Ho letto diverse volte che per noi donne e madri bisogna saper scegliere come andare in pensione e con quale genere di vantaggio, grazie.”

Una pensione più alta, oppure in anticipo, o ancora con recupero arretrati, chi può scegliere

Dopo l’ultima legge di Bilancio alcune misure dedicate alle donne, o meglio, alcune misure che hanno nelle donne un particolare perimetro di applicazione, sono diventate più larghe come possibilità. Per le donne andare in pensione adesso può risultare più facile di prima o più vantaggioso. Tutto per via di nuovi ritocchi introdotti nella legge di Bilancio nel 2025.

Una serie di provvedimenti inseriti che agevolano proprio le lavoratrici di cui parliamo oggi nel focus quotidiano dedicato anche alla lettrice che ci ha posto il quesito sopra riportato. E non parliamo solo del fatto che nel 2025 è stata confermata opzione donna. Sicuramente questa è la misura di cui da anni si parla per le uscite anticipate di chi è dentro l’universo femminile.

Opzione donna pure nel 2025, eccola

La pensione di opzione donna, al netto del penalizzante calcolo contributivo da accettare, è una misura che anche nel 2025 sarà in attività. E consentirà di sfruttare la pensione a partire dai 59 anni di età, con 35 anni di contributi, ma solo se i requisiti sono stati completati entro la fine del 2024. La misura si rivolge alle lavoratrici di grandi aziende che hanno tavoli di crisi avviati in sede ministeriale sia se ancora assunte che già licenziate.

Oppure si applica alle invalide al 74% almeno e alle caregivers che convivono con un parente disabile grave da almeno 6 mesi. Per invalide e caregivers però l’età di partenza è pari a 61 anni, da completare sempre entro la fine del 2024. Età che può essere a 60 anni o a 59 anni solo in presenza di figli avuti, e rispettivamente con un solo figlio avuto o con più figli avuti.

La scelta delle lavoratrici, tra una pensione più alta, oppure in anticipo, o ancora con recupero arretrati

Un vantaggio che come sempre possono sfruttare le donne, ed a prescindere stavolta da figli avuti o altri parametri, è l’anno in meno di versamenti contributivi che sono necessari per le pensioni anticipate ordinarie.

Per gli uomini la principale prestazione ordinaria senza limiti di età è a quota 42 anni e 10 mesi. Sono questi i contributi che è necessario raggiungere per andare in quiescenza anticipata. Invece per le donne basta, per modo di dire, arrivare a 41 anni e 10 mesi. Un vantaggio anche questo, anche se per le donne non è frequente trovare lavoratrici che hanno carriere tanto lunghe.

In pensione a 64 anni o prima, perché con le anticipate contributive è ammesso

Una particolare pensione anticipata è pure quella contributiva. Si tratta della misura destinata a chi ha contributi solo successivi al 31 dicembre 1995. Con questa misura si può andare in pensione a 64 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Ma è su questa misura che le differenze tra uomini e donne, ma solo quelle che hanno avuto dei figli, sono maggiori. Perché è la misura che ha maggiori vantaggi per le lavoratrici che sono diventate mamme. Ed è sulle quiescenze anticipate contribuente che le lavoratrici possono scegliere tra una pensione più alta, oppure in anticipo, o ancora con recupero arretrati.

Pensioni anticipate o di vecchiaia, ma solo con il contributivo

La lavoratrice che ha avuto dei figli può godere sulle pensioni anticipate contributive di diversi vantaggi sia in termini di età anagrafica di uscita sia di calcolo della pensione. A dire il vero questi vantaggi le lavoratrici che ricadono nel sistema contributivo possono averli anche sulle normali pensioni di vecchiaia. Le pensioni contributive si chiamano così perché vengono calcolate con il metodo basato sul montante contributivo. Si tratta dell’ammontare intero di contributi versati dal lavoratore che alla data del pensionamento viene rivalutato al tasso di inflazione e poi passato per i coefficienti di trasformazione. E sono proprio i coefficienti quelli che possono diventare migliori e più vantaggiosi per le lavoratrici con figli.

I coefficienti di trasformazione del montante contributivo in pensione

Va detto che recentemente i coefficienti sono stati aggiornati per il biennio 2025-2026 e sono diventati meno favorevoli.

Perché è in risalita dopo la pandemia, l’aspettativa di vita della popolazione. Ma i coefficienti restano tanto più favorevoli quanto più elevata è l’età di uscita dal lavoro o quanto più elevata è l’età usata dall’INPS per liquidare le prestazioni.
Proprio questo è ciò che per le lavoratrici con figli rappresenta un potenziale vantaggio.

Queste lavoratrici e solo loro, possono chiedere all’INPS l’utilizzo di un coefficiente migliore rispetto a quello che invece si dovrebbe usare in base all’età anagrafica raggiunta. Un coefficiente di un anno migliore (a 68 anni e non a 67 o a 65 e non a 64 anni) per le lavoratrici che hanno avuto uno o due figli. E di due anni migliore (a 69 e non a 67 anni o a 66 anni e non a 64 anni) per chi di figli ne ha avuti almeno 3.

Ecco le altre cosa da sapere per scegliere bene tra una pensione più alta, oppure in anticipo, o ancora con recupero arretrati

Le pensioni di vecchiaia per le lavoratrici che hanno il primo accredito dopo il 1995 quindi si possono centrare a 67 anni ma chiedendo il calcolo della pensione come se l’età fosse di 68 o 69 anni. Così come le pensioni anticipate contributive, per le lavoratrici che hanno il primo accredito dopo il 1995 si possono centrare a 64 anni ma chiedendo il calcolo della pensione come se l’età fosse dei 65 o 66 anni.
La scelta è della lavoratrice, che in alternativa potrebbe optare per il calcolo della pensione normale, cioè a 64 o 67 anni, ma sfruttando i figli per la decorrenza anticipata del trattamento. Sia per le pensioni di vecchiaia che per le pensioni anticipate, ma in genere per tutte le pensioni contributive, l’età di uscita per le donne con figli avuti si accorcia di 4 mesi a figlio avuto fino a massimo 16 mesi per le donne con almeno 4 figli avuti.

In questo caso, l’interessata può così facendo, recuperare gli arretrati di pensione. Anche se deve accettare un calcolo meno favorevole. Perché la pensione a 64 anni per esempio, viene calcolata con il coefficiente di 63 anni. Perché con 3 figli avuti sono 12 mesi di sconto sull’età pensionabile. In questo caso, calcolo sfavorevole della pensione, ma 12 mesi di pensione arretrata per chi ha completato i 64 anni.

Anche la previdenza complementare aiuta

Naturalmente per quanto detto prima inutile sottolineare che grazie allo sconto di 4 mesi sull’età pensionabile c’è chi potrà uscire prima dal mondo del lavoro.

Infatti se prima abbiamo affrontato il caso della lavoratrice che sceglie la decorrenza anticipata della pensione una volta raggiunta già l’età pensionabile dei 67 o dei 64 anni rispettivamente per la vecchiaia e anticipata, recuperando gli arretrati, adesso vediamo chi lo sconto lo può sfruttare nell’immediato e non a ritroso.

Come sfruttare il vantaggio per via dei figli avuti

Un taglio di 4 mesi a figlio permette di lasciare il lavoro a 63 anni e 8 mesi con un solo figlio. Oppure a 63 anni e 4 mesi con due figli, a 63 anni con 3 figli e a 62 anni e 8 mesi con 4 o più figli. Oppure a 66,8, 66,4, 66 e 65,8 anni per le pensioni di vecchiaia.
Per le pensioni anticipate contributive, dove serve arrivare ad una pensione pari a 3 volte l’assegno sociale o a 2,8 volte per le donne con un figlio avuto e 2,6 volte per le donne con più figli avuti, nel 2025 si può usare anche la previdenza integrativa per completare quelle pensioni minime. Ma in questo caso i contributi da versare che normalmente sono pari ad almeno 20 anni sia per le pensioni di vecchiaia che per le pensioni anticipate, devono essere pari ad almeno 25 anni.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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