Negli Stati Uniti l’imposta federale sul capital gain potrebbe aumentare già da quest’anno. E in maniera retroattiva. I media americani stanno infatti studiando le prossime mosse del presidente Joe Biden, intenzionato a incrementare le tasse sui guadagni di borsa.
Un motivo come un altro per fare cassa velocemente, considerando anche il record di scambi a Wall Street nell’anno della pandemia. Se dovesse andare in porto l’aumento dell’imposta sul capital gain, gli investitori americani dovrebbero pagare imposte superiori al 35% sul capital gain.
Capital gain, verso aumento imposte negli USA
Ma qual è esattamente l’aliquota fiscale che si versa sulle plusvalenze finanziarie? Attualmente negli Stati Uniti si pagano imposte in misura variabile. Dipende dall’orizzonte temporale dell’investimento. Nel caso di una compravendita di strumenti finanziari avvenuta entro l’arco temporale di un anno, la plusvalenza per le persone fisiche è soggetta alle aliquote previste per la tassazione dei redditi.
Se la plusvalenza è realizzata in un arco temporale superiore al anno, allora la plusvalenza è tassata separatamente nella seguente misura:
- 0% per redditi imponibili annui inferiori a $39,375
- 15% per redditi tassabili annui compresi tra $39,376 e $434,550
- 20% nel caso di un reddito imponibile annuo superiore a $434,550
Le società che realizzano plusvalenze, sia nel breve che nel lungo periodo, pagano una aliquita fissa pari al 21%.
L’aliquota media sul caital gain è al momento pari al 23,8%, ma Biden vorrebbe innalzarla fino al 43,4% per i più ricchi.
Il capital gain in Italia
In Italia le imposte sul capital gain sono pari al 26% per la maggior parte degli strumenti finanziari. E’ al 12,50% per i titoli di Stato ed equiparati. Il trattamento fiscale è quindi in misura fissa e non segue le capacità reddituali del soggetto investitore.
Nell’ambito del riordino del fisco, nelle mire di Draghi ci sarebbe anche la tassazione derivante da capital gain. L’obiettivo del governo sarebbe quello di inserire, come avviene negli USA, la tassazione nella dichiarazione dei redditi.
In altre parole, agganciare le imposte sul capital gain alle capacità reddituali di ogni singolo contribuente. Così si pagherebbe il capital gain in base agli scaglioni Irpef di appartenenza, partendo dall’attuale aliquota più bassa che è al 23% fino a 28.000 euro di reddito annuo per arrivare a quella più alta del 43%, oltre i 75.000 euro all’anno.
La riforma dell’Irpef
Agganciare le imposte sui guadagni di borsa (capital gain) e non solo alle fasce di reddito sarebbe quantomeno un segnale di equità fiscale. Tuttavia restano da sciogliere ancora molti nodi legati più che altro al riordino degli scaglioni e alla semplificazione del fisco.
Da 5 scaglioni fiscali attualmente in vigore si dovrebbe arrivare a tre. Ma ancora nulla è stato per il momento progettato. Dopo di che, in base al reddito dichiarato e presunto, si applicherà la relativa imposta sul capital gain.