Fuori dall’euro possibile, clamorosa svolta di Draghi: ecco perché cambia strategia

L'Italia può uscire fuori dall'euro, ma rispettando alcune condizioni. La clamorosa risposta di Mario Draghi a due europarlamentari italiani svelta la volontà della BCE di cambiare strategia per cercare di arginare la rottura dell'Eurozona.
8 anni fa
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UE in crisi come mai prima

Un terzo possibile messaggio sarebbe quello lanciato alla Commissione europea: non confidate nell’infinita e ostentata volontà della BCE di mettere in sicurezza l’Eurozona, perché la misura è colma. O voi commissari fate pressione sul governo tedesco, perché allenti le sue politiche fiscali e contribuisca così ad accelerare la ripresa in tutta l’area, oppure sul fronte degli stimoli monetari il lavoro è finito e alla prossima eventuale crisi di fiducia, la BCE potrà fare ben poco.

Insomma, il governatore sembra avvertire tutti di smetterla di dormire sugli allori, confidando nel suo impegno a salvare senza se e senza ma l’euro, perché le cose non starebbero esattamente così.

In un solo colpo, Draghi spera di mettere in riga gli euro-scettici, i tedeschi e i commissari. Ai primi, sembra avvertire che se vogliono far saltare l’euro, possono persino riuscirci con il dovuto consenso elettorale necessario, ma dopo dovranno assumersi le responsabilità della loro iniziativa. Ai secondi suggerisce non solo quella “pazienza” di cui ha parlato in conferenza stampa il giovedì scorso, bensì pure un atteggiamento meno inflessibile verso il Sud Europa, altrimenti a saltare sarebbero proprio i loro stessi interessi. Infine, ai terzi sembra quasi chiedere di darsi una mossa a ripristinare un maggiore equilibrio nella crescita economica dell’Eurozona, perché di miracoli in eterno Francoforte non è capace. (Leggi anche: Tassi zero di Draghi a lungo? Li pagherà l’Italia)

Il momento non potrebbe essere più delicato per l’intera UE, che oltre ad essere attraversata da tensioni interne mai così forti – siamo alla vigilia di tre importanti elezioni in Olanda, Francia e Germania, ovvero tre stati fondatori della UE e ognuno alle prese con movimenti euro-scettici abbastanza vigorosi e in qualche caso potenzialmente vincenti – si appresta a negoziare per la prima volta l’uscita di uno stato membro, ovvero del Regno Unito con la cosiddetta Brexit, mentre il presidente USA, Donald Trump, a differenza del suo predecessore Barack Obama, non solo non intende difenderne l’unità, ma anzi si è felicitato pubblicamente con i britannici per essersi staccati da Bruxelles e caldeggia nuove fuoriuscite.

Un’eventuale ondata di sfiducia contro l’euro potrebbe essere fatale non solo all’unione monetaria, ma a tutta la costruzione europea. Vedremo d’ora in poi se davvero e in che misura i mercati finanziari avranno compreso la portata delle parole di Draghi.

 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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