Numeri Twitter deludenti, nonostante Trump
Il fatturato nel 2016 è stato di 2,5 miliardi, sceso a 2,384 miliardi negli ultimi 4 trimestri al 30 giugno scorso. Suddividendolo per il numero degli utenti attivi mensilmente, i ricavi unitari si attestano a quasi 7,3 dollari l’anno, nettamente superiori ai 4,6 dollari di Instagram e ai circa 4,4 di Facebook. Tuttavia, Twitter non ha mai chiuso un bilancio in attivo e nel 2016 ha segnato un rosso di oltre 400 milioni. Il suo titolo in borsa ha perso il 30% nell’ultimo anno e a una capitalizzazione di appena 12,24 miliardi, mentre Facebook ha guadagnato nello stesso arco di tempo il 27%, salendo a una capitalizzazione di 477 miliardi.
A fronte di questi dati, Twitter non può più permettersi di aspettare che gli utenti aumentino e con loro salgono i ricavi e, soprattutto, che arrivino finalmente gli utili. Serve una svolta, anche rischiando di perdere gli utenti storici, se questa ne porterà di nuovi, facendo della società dei cinguettii un social diffuso come i diretti concorrenti, attirando persone che ad oggi ne sono rimaste fuori per la difficoltà nel concentrare un messaggio in 140 caratteri. In particolare, è necessario fatturare di più al di fuori degli USA, i quali costituiscono ancora il 60% dei ricavi totali. E pochi giorni fa è uscita un’analisi di Monness Crespi Hardt, secondo cui i tweets del presidente americano Donald Trump, per quanto siano vissuti spesso con insofferenza dai managers della società, varrebbero 2 miliardi di capitalizzazione. Da quando si è iscritto nel 2009, il tycoon ne ha spediti 35.000 e ha utilizzato la piattaforma negli ultimi due anni per la sua campagna presidenziale prima e per comunicare il suo pensiero dalla Casa Bianca da quest’anno, offrendo un’opportunità unica di visibilità a un social ancora un po’ di nicchia.