Per il settore turistico la ripartenza e la ripresa non sono in discesa e l’aumento delle penali per chi cancella la prenotazione potrebbe far accrescere un certo malcontento nei turisti.
Penali per cancellazioni
Come riportano Fanpage e il Messaggero, infatti, sono molti gli hotel e le strutture ricettive in genere che applicano penali per chi decide di cancellare il soggiorno prenotato e che tassano l’intero importo nonostante la situazione coronavirus. Nella pratica sono state inasprite le politiche di cancellazione.
Ora, da quello che sembra giungere anche in base alle segnalazioni degli utenti, la maggior parte delle strutture chiedono una caparra non rimborsabile e non importa se sono localizzati in località più o meno celebri. L’insicurezza data dal coronavirus, la crisi e il bisogno di liquidità hanno portato molti alberghi a non potersi permettere sconti o cancellazioni gratuite. Solo nel caso in cui l’hotel si vede costretto a chiudere per l’emergenza covid, allora potrebbe essere dato un voucher da usare in futuro mentre se l’utente cancella, a quanto pare, dovrà pagare una penale.
Pochi sconti
Molti utenti hanno fatto notare che anche prenotando su booking.com, o altre note piattaforme, nessun hotel applica la cancellazione gratuita fino all’ultimo, alcuni anche un mese prima, altri 10-15 giorni prima mentre prenotando direttamente sul sito della struttura quasi sempre viene chiesta una caparra non rimborsabile.
A tutto questo va aggiunto che molte strutture non accettano neppure il bonus vacanze. Quelle che aderiscono, disponibili sul sito di Federalberghi, non sono molte e il motivo è ugualmente è legato al fatto che la maggior parte hanno bisogno di liquidità in un momento difficile e non possono aspettare lo sconto futuro previsto dal bonus.
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