Quella della gestione delle vacanze dei figli di divorziati è una questione che riguarda, soprattutto in questo periodo, molti genitori. Come confermano i dati degli Avvocati matrimonialisti italiani (Ami) in questi giorni caldi, non solo dal punto di vista meteo, piovono denunce.
Chiedere le ferie e organizzare le vacanze è sicuramente più complicato quando il matrimonio è finito e bisogna quindi tener conto degli impegni e dei diritti stabiliti dalla sentenza di divorzio nei confronti dei figli. Ci ha scritto Chiara D. da Napoli chiedendoci di approfondire in particolare due aspetti di questa questione: la divisione dei giorni e delle spese per le vacanza dei figli tra ex.
“Ho due figli e un ex marito e i miei dubbi sono questi: il giudice ha stabilito che il padre dovrebbe tenere i figli in estate per 15 giorni ma non lo fa mai perchè dice che non ha ferie estive. Vorrei sapere come comportarmi in questo caso. Da quest’anno, poi, il mio figlio maggiore di 17 anni ha espresso il desiderio di partire per un breve viaggio con gli amici. Leggendo i suoi articoli desumo che le spese delle vacanze spettino al 50% ad entrambi i genitori, ma il papà si rifiuta di partecipare a tale spesa sostenendo che il figlio ha dei risparmi da parte. Come posso costringerlo ad assolvere ai suoi obblighi di genitore?”.
Se il padre non vuole fare le vacanze con il figlio
Per il genitore non collocatario, solitamente il padre, le vacanze estive possono essere l’occasione per trascorrere qualche giorno in più con il figlio o i figli rispetto ai week end riconosciuti solitamente durante l’anno.
Ci hanno scritto alcuni padri che non ottengono dalle ex mogli il permesso a trascorrere il tempo dovuto con i figli in estate.
In linea di massima i giudici fanno in modo che in estate i figli trascorrano 15 giorni rispettivamente con entrambi i genitori almeno. Non è detto però che le due settimane siano continuative anzi spesso non è così in modo che il bambino non debba trascorrere troppo tempo fuori da casa. Ma questo non vuol dire che basta opporre la mancata possibilità di partire per le ferie per essere esonerati dal tempo fissato (e che, non andrebbe neanche sottolineato, dovrebbe essere anche piacere del genitore trascorrere con il figlio).
Nella pratica però la verità è che non esistono strade per obbligare il coniuge in difetto ad adempiere agli accordi presi, tantomeno in tempi rapidi come l’organizzazione delle ferie estive imporrebbe. La Legge, ad ogni modo, prevede la possibilità di denunciare l’inadempienza alle Autorità Giudiziarie competenti.
Ricordiamo infatti che il mancato rispetto delle modalità di affidamento, infatti, è un reato punibile penalmente, come confermato anche in Cassazione. In ogni caso però sporgere denuncia non darebbe risultati immediati e rischia di inasprire ulteriormente i rapporti tra ex coniugi quindi il consiglio è sempre quello di cercare un accordo dei patti stragiudiziale.
Le norme prevedono anche la possibilità di rivolgersi al Giudice stesso della separazione, o del divorzio, se ancora in corso, perché fornisca una “interpretazione autentica”, cioè una più specifica statuizione relativa all’organizzazione delle vacanze: ma anche qui le tempistiche sono cruciali: se il problema si presenta a maggio e si parte con un ricorso è molto difficile che l’udienza sia fissata prima di settembre, vanificando ogni sforzo.
Resta aperta anche la questione legata all’assegno di mantenimento durante il periodo di ferie che il figlio passa con il papà. Se la sospensione non è prevista in nessun accordo di separazione, non ci sono disposizioni automatiche in questo senso (bisognerebbe all’uopo agire in giudizio appellandosi all’articolo 155 c.c. che prevede di tener conto del tempo trascorso insieme per la determinazione dell’assegno in base al principio di proporzionalità).
Figli di divorziati: chi paga le vacanze estive?
Aldilà dei giorni spettanti a ciascun genitore divorziato può poi presentarsi la questione economica per le vacanze estive del figlio: chi paga?
Il primo riferimento normativo è all’articolo 147 c.c. che prevede la partecipazione dei genitori alle vacanze estive dei figli in misura del 50% rientrando queste ultime nelle esigenze economiche extra rispetto a quelle abitative, sanitarie o scolastiche ma di cui comunque sono tenuti a rispondere entrambi i genitori.
Ma il genitore affidatario può limitarsi a presentare “il conto delle vacanze”? Non proprio. Rientrando tra le spese straordinarie queste andrebbero concordate in misura preventiva tra le parti. Bisognerebbe sempre vedere che cosa prevedono gli accordi di separazione in merito di caso in caso.
Chiudiamo con una riflessione che può sembrare banale ma che ci pare utile ribadire: l’estate non è tempo di vacanze solo per gli adulti, non tutti possono permettersi di partire per le ferie ma è compito dei genitori divorziati, per il bene dei figli, fare in modo che l’estate sia una stagione quanto più possibile spensierata e di riposo dallo stress mentale. E’ bene quindi evitare all’origine quando possibile le discussioni in merito alle vacanze dei figli anche se questo significa essere accomodanti e “perdere una battaglia”.
Per ulteriori richieste di chiarimento sulla divisione delle spese tra coniugi separati scrivete in redazione all’indirizzo [email protected]