Il mese di giugno, già in tempi non sospetti, è stato da sempre considerato il mese di fuoco per quanto riguarda le scadenze fiscali.
Oltre che far fronte ai pagamenti fiscali in scadenza a giugno, i contribuenti saranno chiamati al pagamento anche di tutte le imposte tasse e contributi non versati nel mese di marzo, aprile e maggio, secondo quanto disposto dal “decreto Cura Italia” e dal “Decreto Liquidità”, per mezzo dei quali il governo ha posto in essere una serie di proroghe delle scadenze dei versamenti dei vari adempimenti fiscali, compresi il pagamento delle rate della cosiddetta “Pace Fiscale”.
Dunque, un vero e proprio giugno di fuoco, con il versamento delle imposte autoliquidate (irpef, ires e irap), ma anche Imu, Iva e le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio, sia quelle in scadenza, che gli arretrati di marzo, aprile e maggio.
C’è da dire, comunque, che il Governo, con molta probabilità, potrebbe intervenire con successivi decreti allo scopo di alleggerire il carico fiscale di giugno, che rischia di essere una vera e propria ecatombe per molti contribuenti italiani, soprattutto per le imprese, già messe in ginocchio da questa grave crisi.
Cosa fare se non si riesce a pagare tutto?
Per superare l’ingorgo fiscale, come suggerito da italiaoggi.it, i contribuenti possono rifugiarsi nell’istituto del Ravvedimento Operoso, ma di cosa si tratta?
Il ravvedimento operoso, sostanzialmente, è quell’istituto che permette di regolarizzare omessi o insufficienti versamenti e altre irregolarità fiscali, beneficiando della riduzione delle sanzioni.
Quest’istituto è utilizzabile solamente se non sia già intervenuta una notifica di accertamento degli atti di liquidazione o accertamento.
In questo caso, il contribuente potrebbe valutare l’idea di richiedere la rateizzazione, ad un prezzo più alto in termini di sanzioni (10% dell’imposta omessa), ma, ovviamente, i pagamenti sarebbero spalmanti in più anni.
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