Crolli tra il 20 e il 25% in appena una settimana. E’ il destino a cui sono andate incontro le obbligazioni cinesi in dollari emesse da Evergrande Group, una società immobiliare di grosse dimensioni e che tra poche ore potrebbe andare in default. Il caso sta facendo tremare i mercati mondiali, perché parliamo di una realtà che impatta sul mercato del lavoro in Cina con 4 milioni di posti di lavoro. E’ oberata da 300 miliardi di dollari di debiti e deve consegnare le case a milioni di clienti.
Dinnanzi a questi numeri, poca roba ci sembrano i 100 milioni di dollari e poco più che Evergrande non sarà in grado di pagare a una scadenza di domani su un paio di obbligazioni. Eppure, non c’è liquidità nelle sue casse. Anzi, i manager stanno cercando invano di vendere alcuni asset per fare cassa, ma non si è fatto avanti alcun acquirente.
Obbligazioni cinesi e possibile recupero
Fatto sta che le obbligazioni cinesi in questione sono collassate ormai sotto i 25 centesimi. A questi valori, il mercato starebbe scontando un default persino rovinoso. Dovete considerare che nei casi più estremi si tende a scontare un bond del 75% per il caso di ristrutturazione. Il fatto che siamo scesi al di sotto dei 25 centesimi, sarebbe il segnale che sui mercati ci sia paura, tanta paura. I titoli in questione hanno scadenza nel 2022, 2023 e 2025. I primi viaggiano ormai a rendimenti sopra il 1.330%.
E se il default non scattasse? In teoria, ci sarebbero margini per una risalita delle quotazioni. Non pensiamo a qualcosa di spettacolare, bensì anche solo il ritorno a quei 30-35 centesimi di inizio settembre. Vero, ma sarebbe bene non peccare di ottimismo. Se mai il default formalmente sarà evitato domani, ciò avverrà a seguito dell’intervento dello stato. E non sarà gratis. Pechino imporrà grosse perdite ai creditori, tra cui gli obbligazionisti, così da mettere in riga il mercato.