I vantaggi della previdenza complementare

I vantaggi della previdenza complementare sono notevoli: dai benefici fiscali ai contributi aggiuntivi da parte del datore di lavoro, integrare la pensione obbligatoria è oggi giorno conveniente, oltre che necessario.
2 mesi fa
4 minuti di lettura
Ancora un extra aumento per alcuni pensionati, il governo con un occhio alle pensioni minime
Foto © Pixabay

Negli ultimi decenni, si parla sempre di più dei vantaggi della previdenza complementare, dal momento che quest’ultima ha assunto un ruolo sempre più centrale nella pianificazione finanziaria degli italiani. L’invecchiamento della popolazione e le riforme pensionistiche hanno reso la pensione pubblica meno generosa rispetto al passato, spingendo sempre più lavoratori a cercare alternative per garantire un tenore di vita adeguato anche dopo il pensionamento. La previdenza complementare rappresenta una soluzione ideale per integrare la pensione con una rendita aggiuntiva.

Leggendo questa guida, scoprirai i vantaggi della previdenza complementare da ogni punto di vista: fiscale, contributivo e strategico. Capirai come funziona, quali sono i principali benefici per i lavoratori e le aziende e perché è sempre più importante aderire a uno dei fondi pensione disponibili sul mercato.

Cos’è la previdenza complementare?

La previdenza complementare è una forma di risparmio volontario che affianca la previdenza obbligatoria gestita dall’INPS o dalle casse professionali. È conosciuta anche come secondo pilastro del sistema previdenziale, perché ha l’obiettivo di integrare la pensione pubblica, che potrebbe risultare insufficiente per mantenere lo stesso tenore di vita una volta in pensione.

Ogni lavoratore può aderire a forme di previdenza complementare come i fondi pensione aperti, i fondi pensione negoziali o i Piani Individuali Pensionistici (PIP). Questi strumenti consentono di accumulare risparmi durante la vita lavorativa e di trasformarli in pensioni integrative.

Vantaggi fiscali della previdenza complementare

Uno dei principali incentivi per aderire alla previdenza complementare è rappresentato dai vantaggi fiscali. Infatti, i contributi versati a un fondo pensione sono deducibili dal reddito imponibile, fino a un massimo di 5.164,57 euro all’anno. Questo significa che l’importo versato riduce il reddito soggetto a tassazione, permettendo così un risparmio sulle imposte dovute.

Oltre alla deducibilità, anche i rendimenti ottenuti dai fondi pensione sono tassati in modo favorevole. La tassazione sui rendimenti è infatti del 20%, molto più bassa rispetto alla tassazione ordinaria del 26% applicata alla maggior parte degli altri investimenti finanziari.

Infine, al momento della liquidazione della pensione integrativa, l’imposta sulle somme accumulate può variare dal 15% al 9%, a seconda degli anni di adesione al fondo. Più lungo è il periodo di contribuzione, minore sarà la tassazione. Ad esempio, dopo 35 anni di adesione, l’aliquota può scendere fino al 9%.

Vantaggi per i lavoratori

Integrazione della pensione pubblica

Il principale vantaggio della previdenza complementare è l’integrazione della pensione da lavoro. La previdenza pubblica, a causa delle riforme introdotte negli anni, garantisce una copertura sempre meno generosa rispetto al passato. La previdenza complementare permette di accumulare una somma aggiuntiva che può essere riscossa sotto forma di rendita periodica o capitale al momento del pensionamento.

Contributo del datore di lavoro

Per i lavoratori dipendenti, uno dei benefici più significativi è la possibilità di ricevere un contributo aggiuntivo dal datore di lavoro, in aggiunta al proprio versamento e al TFR destinato al fondo pensione. Tuttavia, questo vantaggio è accessibile solo se il lavoratore decide di contribuire attivamente al fondo, altrimenti il datore di lavoro non è obbligato a versare alcun contributo.

Anticipazioni e flessibilità

I lavoratori che aderiscono alla previdenza complementare da almeno 8 anni hanno il diritto di richiedere anticipazioni sul capitale accumulato. Queste anticipazioni possono essere richieste per motivi specifici, come l’acquisto della prima casa, spese sanitarie straordinarie o ristrutturazione della prima casa. Fino al 75% del capitale accumulato può essere anticipato, con una tassazione agevolata.

Tassazione ridotta sui riscatti

Nel caso in cui il lavoratore decida di riscattare parzialmente o totalmente la propria posizione previdenziale prima del pensionamento (ad esempio per motivi di disoccupazione di lunga durata o invalidità permanente), può beneficiare di una tassazione ridotta. A seconda delle circostanze e degli anni di partecipazione, l’aliquota può variare dal 23% al 9%, un trattamento molto più favorevole rispetto alle normali aliquote IRPEF.

Vantaggi per le aziende

Anche le aziende possono trarre vantaggio dalla previdenza complementare, soprattutto in termini di gestione del TFR e di incentivi fiscali.

Gestione del TFR

Il versamento del TFR a un fondo pensione esonera l’azienda dalla rivalutazione annuale dello stesso, che altrimenti sarebbe necessaria se il TFR fosse lasciato in azienda. Questo permette all’impresa di ridurre i costi legati alla gestione del TFR e di evitare l’obbligo di versare lo 0,20% del monte retributivo al fondo di garanzia INPS.

Deducibilità fiscale

Le aziende che versano il TFR e i contributi al fondo pensione possono beneficiare di una deducibilità fiscale. Per le piccole e medie imprese con meno di 50 dipendenti, la deducibilità può arrivare al 6% del TFR conferito, mentre per le aziende più grandi è del 4%. Questo rappresenta un risparmio significativo sui costi aziendali.

Welfare aziendale e attrazione dei talenti

Offrire ai dipendenti la possibilità di aderire a un piano di previdenza complementare contribuisce a migliorare il welfare aziendale, aumentando il benessere e la soddisfazione dei lavoratori. Inoltre, può essere uno strumento efficace per attrarre e trattenere talenti, soprattutto in un contesto lavorativo sempre più competitivo.

Previdenza complementare e TFR

Una delle decisioni più importanti per chi aderisce a un fondo di previdenza complementare è la destinazione del TFR. I lavoratori possono scegliere di lasciare il TFR in azienda oppure destinarlo a un fondo pensione. Se non viene presa una decisione esplicita, il TFR viene automaticamente versato al fondo di categoria previsto dal contratto collettivo.

Destinare il TFR a un fondo pensione offre diversi vantaggi, tra cui una tassazione ridotta al momento del riscatto e la possibilità di aumentare significativamente il capitale accumulato, grazie ai rendimenti ottenuti dagli investimenti del fondo.

Come scegliere il fondo giusto

La scelta di un fondo pensione è un passo fondamentale per chi vuole aderire alla previdenza complementare. Esistono diverse tipologie di fondi pensione, ognuno con caratteristiche e vantaggi differenti.

Fondi pensione aperti

Sono gestiti da banche, assicurazioni e società di gestione del risparmio e sono accessibili a chiunque, indipendentemente dalla categoria lavorativa. Offrono una maggiore flessibilità nella gestione dei versamenti e delle opzioni di investimento.

Fondi pensione negoziali

Questi fondi sono riservati a specifiche categorie di lavoratori, in base al contratto collettivo nazionale di lavoro. Generalmente hanno costi di gestione inferiori rispetto ai fondi aperti e sono co-gestiti dai rappresentanti dei lavoratori e delle imprese.

Piani individuali pensionistici (PIP)

Sono polizze assicurative che offrono una combinazione di risparmio previdenziale e copertura assicurativa. Sono particolarmente indicati per chi cerca una soluzione personalizzabile e con garanzie di capitale.

Conclusione

I vantaggi della previdenza complementare sono notevoli: questa rappresenta uno strumento indispensabile per garantire una pensione adeguata in un periodo storico in cui quella derivante dal lavoro potrebbe non essere più sufficiente. I numerosi benefici fiscali, la possibilità di ottenere anticipazioni sul capitale e il contributo aggiuntivo del datore di lavoro rendono i fondi pensione una soluzione vantaggiosa sia per i lavoratori dipendenti sia per i liberi professionisti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Si può rimandare la pensione oltre i 67 anni di età, ma questa scelta cosa comporta? ecco i pro e i contro.
Articolo precedente

Altro che pensioni minime a 1.000 euro, c’è chi prende 300 euro o meno, ecco perché

Nel 2025 pensioni anticipate senza limiti di età, tutti i dubbi dei lavoratori
Articolo seguente

Pensioni 2025, ecco chi esce sicuramente l’anno prossimo e non deve preoccuparsi