Vasi sul balcone, cosa succede se si annaffiano le piante e cade l’acqua sul terrazzo sottostante? Se la cosa si ripete si può essere condannati, bisogna rispettare regole di buona condotta, di solito stabilite in condominio, ma anche quelle giuridiche inserite nel codice penale.
Vasi sul balcone: la Cassazione chiarisce
In merito la cassazione chiarisce che costituisce reato l’innaffiare le piante e far cadere l’acqua nel balcone di sottostante, solo quando l’episodio si verifica più volte.
Si può essere condannati per il seguente reato: “getto di cose pericolose o atte a imbrattare” che prevede l’arresto fino a un mese e un’ammenda fino a 206 euro.
È sempre possibile richiedere un risarcimento del danno subito, ma bisogna poter dimostrare il danno subito dal costante innaffiamento di piante con caduta d’acqua dal balcone sovrastante.
Vasi sul balcone: il nostro ordinamento
Nel nostro ordinamento non possono essere affrontate azioni per principio ed bisogna sempre dimostrare il danno subito. In assenza del danno, non solo materiale ma anche dovuto da stress psicologico, non vi è tutela. Anche dal punto di vista penale, bisogna dimostrare la continuità del fatto e il danno ricevuto. Inoltre, la consapevolezza del danno deve essere chiara e bisogna poter dimostrare che nonostante le lamentele del vicino e la richiesta di cessare il comportamento molesto, e dimostrare che questi non abbia provveduto a modificare la sua condotta. È consigliabile prima di sporgere querela, inviare una lettera di diffida con raccomandata a.r., per segnalare l’episodio e avere le prove di ciò.
La sentenza della Corte di Cassazione n. 15956/2014 esaminata, chiarisce che il reato consisteva nel far cadere l’acqua di scolo delle piante sul balcone sottostante, creando danni. L’attività non è compiuta da un condominio ma da un sistema automatico d’innaffiatura e irrigazione.
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