Se sei un risparmiatore e vuoi puntare il denaro accumulato su una qualche forma di investimento, prendi in considerazione la vendita allo scoperto, che rispetto alle tecniche ordinarie ti offre alcuni vantaggi, ma è bene riflettere anche sui rischi potenziali connessi all’operazione. In un articolo precedente (leggi qui: http://www.investireoggi.it/short-selling-cose-e-rischi-e-opportunita-di-una-strategia-ribassista/) vi avevamo già spiegato cosa s’intenda per vendita allo scoperto o “short selling”, se vogliamo utilizzare la terminologia inglese. Ripercorriamo brevemente i tratti salienti e concentriamo la nostra attenzione stavolta sui rischi insiti in questa forma di investimento. In genere, quando si investe in un titolo a scopo speculativo, ovvero per lucrare dalle variazioni dei prezzi nel tempo o anche nello spazio, si spera sempre di rivenderlo a un valore superiore a quello di acquisto.
Compro a 100 e vendo a 120, per esempio. Con la vendita allo scoperto, avviene esattamente il contrario: spero che il prezzo di un titolo diminuisca. Come mai?
Come funziona
Ebbene, le operazioni di acquisto e rivendita vengono invertite e, cosa ancora più importante, qui vendo sul mercato al prezzo dato un titolo, di cui non sono materialmente in possesso. Poiché dovrò pur sempre consegnarlo a chi lo acquista, me lo faccio prestare da un broker (in genere, una banca), che in cambio applicherà al prestito una commissione fissa o in percentuale del valore e del tempo dell’operazione effettuata. Entro una scadenza prefissata, dovrò restituire all’intermediario i titoli prestatimi, per cui li dovrò acquistare sul mercato secondario. Ciò significa che dovrò sperare che i prezzi siano nel frattempo scesi, così che il costo sostenuto risulti più basso della somma inizialmente incassata con la vendita dei titoli.