Vendita allo scoperto: grosse opportunità, ma anche rischi illimitati

Vendita allo scoperto: il rischio non è di perdere il 100% del capitale inizialmente incassato, ma molto di più.
9 anni fa
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Rischi illimitati da vendita allo scoperto

Esempio: vendo 1.000 azioni SPA a un prezzo cadauno di 15 euro, incassando complessivamente 15.000 euro. Poiché non dispongo di tali titoli, me li faccio prestare da un broker, il quale per l’operazione mi richiede una commissione fissa, poniamo, di 150 euro. Pattuisco con lo stesso la restituzione delle 1.000 azioni entro 90 giorni. Al novantesimo giorno acquisto i titoli per restituirli al broker e per ipotesi i prezzi risultano scesi a 13 euro. Così, spendo 13.000 euro, ma avendone incassati all’inizio 15.000 e dovendo pagare una commissione di 150 euro, avrò ottenuto un margine di ben 1.850 euro in appena tre mesi.

Non male. Occhio, però, perché se perdo la scommessa, il rischio potrebbe diventare illimitato. In che senso? Quando acquisto un titolo, scommettendo sul rialzo del suo prezzo per rivenderlo, metto in conto una perdita potenziale massima del 100% del capitale investito. Esempio: compro 1.000 azioni della società Alpha a 10 euro ciascuna, ma dopo un mese il loro prezzo si azzera, ad esempio, a seguito del fallimento dell’emittente. Avrò così perso tutti i 10.000 euro investiti. Con la vendita allo scoperto, il rischio non è calcolabile, perché la perdita potrebbe di gran lunga essere superiore al 100% del capitale inizialmente incassato (non investito, in questo caso). Perché? Vediamo un esempio: vendo allo scoperto 1.000 azioni SPA al prezzo di 15 euro ciascuna, ma a differenza del caso sopra citato, stavolta si registra un’impennata dei corsi azionari, che dopo 90 giorni esplodono a 150 euro. I dati sono volutamente eclatanti, ma necessari per rendere chiaro il concetto. A quel punto, dovrò acquistare sul mercato le azioni da restituire al broker a un costo complessivo di 150.000 euro, 10 volte la somma ricavata. In altri termini, per ogni euro inizialmente incassato, ne ho dovuti spendere 10. E teoricamente, il rapporto potrebbe tendere all’infinito, perché se c’è un limite al calo dei prezzi, non esiste un tetto a un loro aumento.
Dunque, occhio ad andare corto su un titolo, senza conoscerne bene il mercato e i fondamentali.

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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