Inflazione Venezuela fuori controllo
Il decreto è la spia di un punto di no ritorno della gravissima crisi economica del Venezuela, dove si stima che non meno di due beni primari su tre non si trovino sugli scaffali dei negozi. Le riserve valutarie sono scese ad appena 11,8 miliardi, insufficienti per le importazioni di cibo e altri beni, mentre la produzione interna continua ad arretrare, a causa sia dell’assenza di fattori produttivi importati e necessari all’attività, sia del controllo amministrativo dei prezzi imposto su centinaia di prodotti, che rende non conveniente l’offerta di gran parte dell’offerta.
La carenza diffusa di beni sta facendo impennare i prezzi, che quest’anno sarebbero cresciuti ufficialmente del 180%, ma secondo il Fondo Monetario Internazionale potremmo assistere a un’inflazione al 720% entro la fine del 2016. Sul mercato nero, la farina si compra a 10 volte il prezzo ufficiale, ma almeno si trova. E lo stesso vale per gli altri beni, compresa la benzina. Paradosso vuole, infatti, che il paese con le riserve ufficiali di greggio più elevate al mondo abbia le stazioni di servizio a secco, costringendo numerosi automobilisti a rivolgersi al contrabbando.