Le lunghe file ai confini con Brasile e Colombia sono la più tragica dimostrazione di quanto grave sia diventata la condizione economica in Venezuela, travolta dall’iperinflazione e dal crollo del pil, con scaffali dei negozi vuoti e impossibilità per le imprese di importare materie prime. Il responsabile per l’Emisfero Occidentale del Fondo Monetario Internazionale, Alejandro Werner, ha divulgato ieri l’ultima previsione dell’istituto, secondo cui Caracas si avvierebbe verso un’esplosione tendenziale dei prezzi di 1.000.000% entro la fine dell’anno, sostanzialmente come la Germania nel 1923 e lo Zimbabwe nel 2009.
Crisi Venezuela, pil a -12% nel primo trimestre e inflazione sopra 46.300%
Intanto, la stampa locale aggiorna quotidianamente sulla corsa dei prezzi. Secondo le testimonianze raccolte da El Nacional, un chilo di carne di manzo veniva venduto ieri a 7,5 milioni di bolivares, registrando un tasso di crescita tra il 20 e il 30% a settimana. Stabile da settimane il pollo sui 3-4 milioni di bolivares. Si consideri che il salario minimo è stato di recente fissato dal governo a 3 milioni di bolivares al mese, per cui anche solo acquistare un kg di carne equivarrebbe a 2 mensilità e mezza. E che dire dei risultati del Centro per la Documentazione e l’Analisi della Federazione Venezuelana dei Maestri, secondo cui il costo del paniere scolastico (libri, divise, scarpe, etc.) sarebbe ormai di 1,355 miliardi di bolivares, in rialzo dell’80.122,77% su base annua? 12 mesi fa, infatti, si attestava ancora a 1,69 milioni.
Non ci sono nemmeno banconote per pagare
Secondo le opposizioni, maggioranza in Assemblea Nazionale, a giugno il tasso d’inflazione sarebbe schizzato al 46.305%. Steve Hanke, Prof della Johns Hopkins University, sostiene che non avrebbe ormai senso fare previsioni per i prossimi mesi, dato che in una condizione di iperinflazione i prezzi si mostrano capaci di correre senza alcuna possibilità di tracciarne in anticipo la traiettoria. La situazione è di allarme rosso. Le associazioni dei rappresentanti dei pensionati incontrano in questi giorni il governo per discutere sull’adeguamento degli assegni mensili. Quello minimo è stato fissato a 4,2 milioni di bolivares, ma l’importo resta di gran lunga insufficiente anche solo per acquistare beni di prima necessità. Ad agosto, con gli arretrati di giugno e luglio percepiranno 8,4 milioni di bolivares, una cifra che continuerebbe, ai prezzi attuali, a bastare solo per comprare poco più di un kg di carne rossa.
Venezuela: popolazione in fuga per fame
Come il governo di Nicolas Maduro vorrebbe contrastare l’iperinflazione? Emettendo nuove banconote con 3 zeri in meno, introducendo il cosiddetto “bolivar sovrano”. L’operazione era stata annunciata per giugno, ma sarà rinviata per il 4 agosto. Le banche non hanno ricevuto i nuovi tagli, anche perché la banca centrale non ha sufficiente liquidità per stampare nuove banconote, quasi un paradosso per un’economia, in cui la moneta in circolazione è evidentemente eccessiva. In più, pare che con l’esplosione dei prezzi in corso, Maduro intenda eliminare più di 3 zeri.