Purtroppo non sono rari i casi di irregolarità nel versamento dei contributi: pare che alcuni datori di lavoro, vittime della crisi e della pressione fiscale, abbiano deciso di risparmiare tagliando arbitrariamente, illecitamente e senza metterne al corrente i dipendenti, i contributi INPS versati. Questi ultimi però hanno dalla loro la colpa di non controllare se il proprio estratto conto contributivo è in regola.
Contributi fantasma: come controllare la busta paga
Non è un caso che negli ultimi anni i cd contributi fantasma siano aumentati in maniera vertiginosa: dal 2003 al 2011 il numero di casi registrati è raddoppiato passando da 33,3 miliardi a 66,3 miliardi di euro.
E la pratica dei contributi non versati è diffusa da nord a sud.
Leggere la busta paga – tutte le voci
In caso di sospetto prima di tutto bisogna controllare la busta paga. Se ci accorge di contributi non versati la questione va immediatamente segnalata all’Inps e all’Agenzia delle Entrate.
L’esito della verifica varia in base alla data degli stessi. E’ fondamentale infatti sapere che l’obbligo di versamento dei contributi si prescrive in cinque anni.
Omesso versamento dei contributi: sanzioni per il datore di lavoro
Contributi non versati, come riscattarli
Il lavoratore che si accorge, suo malgrado, di non essere in regola con il versamento dei contributo Inps, può intraprendere due strade: l’azione giudiziaria e la domanda di riscatto.
La prima consiste nel citare in giudizio il datore di lavoro per chiedere il risarcimento danni sulla base dell’articolo 2.116 del Codice Civile, mentre la seconda consente il riscatto. La scelta dell’una o dell’altra strada dipende anche dal periodo della carriera in cui ci si trova, ovvero dalla distanza temporale dal pensionamento.