C’è anche la sospensione del versamento IVA con scadenza al 16 marzo 2020 fra le misure fiscali urgenti che il governo si appresta ad adottare. Non solo, quindi, sospensione di mutui, interessi e tasse, ma anche il versamento dell’imposta sul valore aggiunto che periodicamente i titolari di partita IVA sono chiamati a versare all’erario.
Lo prevede il Ministero dell’Economia che ha anticipato quelle che saranno le novità più importanti previste nel decreto fiscale in discussione a Palazzo Chigi e che dovrebbero entrare subito in vigore e che potrebbe rivedere tutte le scadenze del primo semestre 2020.
Verso la sospensione pagamento IVA del 16 marzo
Che il governo debba fare in fretta è dettato, non solo dall’espansione del contagio da coronavirus, ma anche dall’imminenza delle scadenze fiscali. Il 16 marzo 2020 scade infatti il termine per il saldo dell’IVA, relativo alla dichiarazione annuale del periodo di imposta del 2019. La scadenza riguarda i titolari di partita IVA ed è obbligatoria solo nel caso in cui l’importo dovuto superi i 10,33 euro, ovvero 10,00 euro a causa degli arrotondamenti effettuati nella dichiarazione dei redditi. A oggi non è ancora chiaro cosa succederà, ma è presumibile che ci sarà uno slittamento e la data del 16 marzo non sarà rispettata e che riguardi tutto l’ambito nazionale e non solo alcune Regioni. Così migliaia di partite IVA restano in attesa del decreto del governo per capire cosa fare. Nel frattempo qualcuno ha già versato o sta versando l’imposta.
Versamento IVA entro il 16 marzo
In mancanza di proroga o di concessione della stessa solo ad alcune Regioni, i titolari di partita IVA dovranno versare entro il 16 marzo 2020 in un’unica soluzione il saldo dell’IVA relativa all’anno d’imposta 2019 risultante dalla dichiarazione annuale.
Sospensione IVA a livello nazionale
Il presidente dei commercialisti Massimo Miani spiega che “è ormai indifferibile un provvedimento a carattere generale per l’intero territorio nazionale che, oltre a sospendere i termini di tutti i versamenti e gli adempimenti tributari, contributivi e assistenziali, sospenda altresì tutti i termini procedimentali e processuali, nonché i termini legali connessi alle procedure esecutive in corso, prevedendo una moratoria anche nella riscossione ordinaria, straordinaria, coattiva e in pendenza di giudizio”. Secondo i commercialisti, infatti, l’impatto del Coronavirus sull’intero territorio sta provocando gravissime ricadute anche sul tessuto socio-economico nazionale. Si rendono necessarie, per Miani, “misure altrettanto straordinarie volte a garantire liquidità a famiglie, imprese, professionisti e lavoratori dipendenti”.