Trump non vuole una guerra commerciale
Il presidente americano non può uscire dalla due giorni con un pugno di mosche in mano, specie dopo avere fallito sulla riforma dell’Obamacare. Sarebbe un colpo alla sua immagine di decision-maker. Acclarato, però, che realisticamente nessuno nella sua amministrazione vorrebbe scatenare una guerra commerciale con la Cina, che porterebbe solo guai ad entrambe le parti, cosa dovremmo attenderci?
Niente minaccia di dazi, non al primo incontro, ma Trump chiarirà al collega cinese che qualcosa Pechino dovrà fare per contribuire a risolvere lo squilibrio della bilancia commerciale americana.
Possibile soluzione sui dazi USA
Dal vertice, Trump potrebbe brandire un’arma apparentemente potente, ma nei fatti concordata e tollerata dalla stessa Pechino: l’armonizzazione dei dazi. A dicembre, egli aveva proposto un dazio unico al 5% su tutte le merci importate, cosa che per i cinesi niente affatto inaccettabile, visto che applicano sui prodotti agricoli americani una tariffa del 9,7% e sugli altri prodotti una del 5%.
Ad oggi, gli USA impongono il 2,9% sui prodotti cinesi non agricoli e il 2,5% su quelli agricoli. Trump e Jinping potrebbero accordarsi o con gli USA che aumentano i dazi ai livelli cinesi o con la Cina che li riduce a livello americano, magari attraverso un accordo specifico, date le problematiche relative alle clausole WTO, per le quali non possono avvenire discriminazioni tariffarie nei confronti di uno o più paesi, all’infuori di intese commerciali.