Trump ospita il cinese Jinping nel suo lussuoso golf resort, test per USA-Cina

Donald Trump incontra domani il collega cinese Xi Jinping. Il vertice sarà delicato e molto importante. Dai rapporti commerciali USA-Cina alla Corea del Nord, passando per la presenza militare americana in Asia, dossier scottanti.
8 anni fa
5 minuti di lettura

Trump non vuole una guerra commerciale

Il presidente americano non può uscire dalla due giorni con un pugno di mosche in mano, specie dopo avere fallito sulla riforma dell’Obamacare. Sarebbe un colpo alla sua immagine di decision-maker. Acclarato, però, che realisticamente nessuno nella sua amministrazione vorrebbe scatenare una guerra commerciale con la Cina, che porterebbe solo guai ad entrambe le parti, cosa dovremmo attenderci?

Niente minaccia di dazi, non al primo incontro, ma Trump chiarirà al collega cinese che qualcosa Pechino dovrà fare per contribuire a risolvere lo squilibrio della bilancia commerciale americana.

A proposito, sarà un caso, ma si vocifera che per domani la Casa Bianca potrebbe far rimettere ai voti al Congresso la riforma sanitaria, dopo il flop di due settimane fa. Coincidenza o volontà del presidente di portare a casa una rivincita nel giorno stesso in cui incontra Jinping, facendo passare in secondo piano un eventuale accordo minore con quest’ultimo? (Leggi anche: Mercati nervosi per sconfitta di Trump sull’Obamacare)

Possibile soluzione sui dazi USA

Dal vertice, Trump potrebbe brandire un’arma apparentemente potente, ma nei fatti concordata e tollerata dalla stessa Pechino: l’armonizzazione dei dazi. A dicembre, egli aveva proposto un dazio unico al 5% su tutte le merci importate, cosa che per i cinesi niente affatto inaccettabile, visto che applicano sui prodotti agricoli americani una tariffa del 9,7% e sugli altri prodotti una del 5%.

Ad oggi, gli USA impongono il 2,9% sui prodotti cinesi non agricoli e il 2,5% su quelli agricoli. Trump e Jinping potrebbero accordarsi o con gli USA che aumentano i dazi ai livelli cinesi o con la Cina che li riduce a livello americano, magari attraverso un accordo specifico, date le problematiche relative alle clausole WTO, per le quali non possono avvenire discriminazioni tariffarie nei confronti di uno o più paesi, all’infuori di intese commerciali.

(Leggi anche: Dazi USA al 5% su tutte le importazioni)

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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