Per gli operai e operaie addetti alla lavorazione del vetro cavo la pensione scatta a 61 anni e 7 mesi di età. Lo prevede la normativa relativa ai mestieri usuranti che interessa appunto una certa categoria di lavoratori sottoposta a particolari condizioni di stress e fatica.
Per i vetraio che lavorano il vetro a forno è necessario anche aver maturato almeno 35 anni di contributi per andare in pensione prima. La metà dei quali devono risultare versati durante il lavoro a catena. O, in alternativa, 7 anni negli ultimi 10 di lavoro a catena.
Vetrai in pensione a 61 anni e 7 mesi se il lavoro è usurante
Per andare in pensione a 61 anni e 7 mesi, o meglio con Quota 97,6 è quindi necessario aver svolto per molto tempo la lavorazione del vetro cavo ad alte temperature. In alternativa si può sempre optare per Ape Sociale, ma bisognerà attendere il compimento dei 63 anni di età.
Ape Sociale non è un vero e proprio trattamento pensionistico, ma una prestazione economica temporanea che accompagna alla pensione. E’ concessa con 36 anni di contributi e l’indennità viene corrisposta per 12 mensilità con tetto massimo di 1.500 euro al mese.
I vetrai addetti alla lavorazione del vetro, se prestano attività anche di notte potrebbero però fruire della possibilità riservata ai turnisti di questo tipo. Per i lavoratori notturni è necessario soddisfare anche il requisito minimo di ore lavorate di notte. Il che comporta l’accesso alla pensione con età anagrafica differente rispetto alla generalità dei lavoratori usuranti.
Chi sono gli addetti alla lavorazione del vetro cavo
Ma quali sono le attività che rientrano nelle caratteristiche del lavoro del vetro cavo? Si tratta di tutte quelle mansioni riconducibili alla produzione di contenitori di vetro. Quindi, dalle bottiglie ai vasetti ai bicchieri, ecc.
Il processo di lavorazione implica l’esposizione del lavoratore ad alte temperature (1.600 gradi) e di soffiatura del materiale fuso negli stampi.
Non solo, la produzione del vetro cavo oggi implica anche un procedimento di lavorazione a catena, il che – a maggior ragione – fa rientrate questo tipo di attività nei lavori maggiormente usuranti per andare in pensione prima.