L’effetto perverso dell’alta inflazione sui redditi
Ora, è successo che il contribuente Tizio abbia subito un aumento della pressione fiscale da un anno all’altro. Nulla di inconsueto, se ciò fosse dovuto alla sola progressività delle imposte per l’aumento dei redditi dichiarati. Tuttavia, immaginiamo che nel passaggio dal primo al secondo anno considerato, il livello dei prezzi sia aumentato del 50%. Dunque, i 12.000 euro dichiarati varrebbero il 50% in meno dell’anno prima, in termini reali, come se Tizio avesse percepito 8.000 euro (12.000 / 1,5).
Il drenaggio fiscale è un meccanismo subdolo, che accresce il peso della tassazione sui contribuenti, senza che nemmeno se ne rendano conto. Esso è dovuto al mix tra inflazione e progressività delle imposte. Quanto accaduto dalla fine degli anni Settanta sarebbe, in buona parte, proprio questo: l’inflazione galoppante ha ridotto il valore reale degli scaglioni di reddito ai fini fiscali, ma ha aumentato il peso della tassazione. Una volta che l’inflazione si è stabilizzata, anche la tassazione è rimasta sostanzialmente ai livelli elevati a cui si era nel frattempo portata. I contribuenti italiani hanno subito, quindi, una stangata come forse in nessun’altra economia avanzata, ma coperta dall’illusione monetaria generata dall’inflazione alta. Rifuggite da chi anela all’inflazione. Potrebbe nascondere intenti meno pacifici di quelli che crediate.