Via alla Prestazione Universale per anziani invalidi, una misura divisa in due quote

Cos'è la nuova Prestazione Universale per anziani invalidi, le regole, le novità e il funzionamento di una misura divisa in due quote.
1 mese fa
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Cosa succede a passare dall'Assegno Sociale alla pensione di vecchiaia una volta raggiunta una età tra 69,8 e 71 anni.
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Dal 2 gennaio, il sito dell’INPS è stato aggiornato con una nuova misura richiedibile. Si tratta della Prestazione Universale, che alcuni anziani possono ora chiedere e ottenere, naturalmente se rispettano i requisiti. La novità nasce da lontano, ossia dal Decreto Anziani, e adesso è stata ufficialmente avviata. In risposta ai numerosi lettori che ci domandano di questa novità, proponiamo una guida dettagliata.

Via alla nuova e sperimentale misura chiamata Prestazione Universale

Una nuova prestazione dell’INPS, dunque. Perché la novità che il governo ha deciso di introdurre con il Decreto Anziani si richiede all’Istituto, ed è l’Istituto stesso a erogarla. L’ente di riferimento per questa Prestazione Universale è, quindi, l’INPS, sul cui sito è attiva la procedura, con tutte le istruzioni necessarie per presentare la domanda.

Questa prestazione trova le sue origini nel Decreto legislativo n. 29 del 2024 (cosiddetto Decreto Anziani), all’articolo 34. Dal 2 gennaio, sul sito dell’INPS, sono disponibili tutte le istruzioni, i riferimenti normativi e i requisiti da rispettare, per poter finalmente accedere a questa misura che, come detto, è nata con un decreto del 2024.

Non solo l’indennità di accompagnamento, arriva una nuova misura

La Prestazione Universale, come si chiama questa novità appena introdotta, non è altro che un unico strumento che unifica le misure a sostegno di anziani con patologie gravi e invalidità altrettanto gravi. La misura, infatti, è destinata a soggetti con almeno 80 anni di età, titolari di indennità di accompagnamento o, quantomeno, con invalidità permanente al 100%.

Parliamo di soggetti con un alto grado di bisogno assistenziale, che ora sono agevolati attraverso questa nuova prestazione, la quale si aggiunge a quanto già percepiscono con l’indennità di accompagnamento.

La nuova misura prevede, infatti, l’erogazione, in due quote, di un beneficio mensile che, ai 530 euro circa dell’indennità di accompagnamento, aggiunge anche 850 euro di assegno di assistenza. Potranno ottenerlo, quindi, tutte le persone anziane che rientrano in quella fascia di età e che presentano una situazione fisica o psichica piuttosto grave. È indispensabile, tuttavia, avere un ISEE in corso di validità non superiore a 6.000 euro.

Via alla Prestazione Universale per anziani invalidi, una misura divisa in due quote

Si chiama Prestazione Universale perché, destinata a anziani oltre gli 80 anni e titolari dell’indennità di accompagnamento, finisce per unificare quest’ultima all’interno di un’unica misura.

In pratica, gli interessati che presenteranno domanda e riceveranno l’ok dall’INPS, otterranno una prestazione suddivisa in due quote. Una, ancora relativa all’assegno di accompagnamento (erogata in forma monetaria). E l’altra, invece, costituita dal nuovo assegno di assistenza.

La suddivisione in due quote è fondamentale sia perché, effettivamente, distingue la Prestazione Universale in modo che, se si decade dalla misura relativa all’assegno di assistenza, si salvaguardi almeno il diritto all’indennità di accompagnamento, sia per comprendere di che tipo di misure si tratti.

I chiarimenti sulla nuova misura in vigore adesso

L’indennità di accompagnamento continuerà a essere erogata, anche sotto forma di Prestazione Universale, in forma monetaria, per gli usi che il beneficiario vorrà farne.

Invece, per l’assegno di assistenza, si parla di una sorta di voucher. Poiché le somme percepite potranno essere utilizzate unicamente per pagare una badante o i servizi di aziende specializzate nell’assistenza a persone non autosufficienti.

I fondi relativi all’assegno di assistenza devono essere spesi interamente e non si accumulano. Chi non li utilizza perde il diritto e decade dalla misura. Analogamente, decade chi impiega tali erogazioni per scopi diversi da quelli previsti dal Decreto Anziani.

Infine, è importante sottolineare che, al momento della presentazione della domanda, è necessaria una certificazione ISEE valida; altrimenti, non è possibile presentare l’istanza. Poiché l’ISEE costituisce un requisito indispensabile, conviene provvedere prima a richiederlo o rinnovarlo. L’analisi della domanda e la valutazione dello stato di bisogno saranno curate non solo dalla consueta commissione medica INPS/ASL, ma anche da un comitato ad hoc, appositamente costituito per questo nuovo strumento.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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