Fare video in classe con lo smartphone, cosa si rischia?

La moda dei video impazza su tutto, ma fare video con altri studenti nell'intervallo delle lezioni e pubblicarlo sui vari social, tipo facebook o YouTube, ha i suoi rischi. Vediamo quali.
7 anni fa
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Fare video in classe ha i suoi rischi. Lo studente che con lo smarphone fa un video in classe con altri studenti, nell’orario o nell’intervallo di lezioni, e lo pubblica sui canali social, tipo Facebook ,YouTube o Instragram, cosa rischia effettivamente?

Questa è una questione molto delicata, e la diffusione dei video in classe è aumentata negli ultimi tempi. Ad occuparsi come disciplinare il problema e dei rischi che corrono i ragazzi, sono state due circolari (Circolare Min. Pubblica Istruzione n. 30 del 15.03.2007 e n. 3602 del 4.07.2008.), e un Vademecum-garante-privacy-scuola.

Si aggiunge anche recente ordinanza del Tar di Milano(Tar Lombardia, ord. n. 654 del 24.05.2017).

Telefono in classe: il comportamento degli insegnanti

In assenza di un regolamento scolastico che disponga il sequestro da parte del professore del cellulare, questi non può farlo. Non può vietare agli alunni di portare da casa i telefonini, può esigere che vengano spenti o posizionati in modalità silenziosa per non disturbare la lezione. L’istituto può creare un regolamento interno che vieta di portare i cellulari in classe, ma anche in questo caso è vietato il sequestro o il controllo da parte dell’insegnante.

Cosa rischia chi fa video in classe

Condividere e pubblicare foto su Facebook senza l’autorizzazione del protagonista dello scatto può costare il carcere. Si commette un illecito del trattamento dei dati personali quando si condividono foto sul profilo su Facebook, di fotografie o filmati in cui sono presenti soggetti che non hanno dato l’autorizzazione alla pubblicazione.
Si può autorizzare una persona a scattare la foto, ma non è detto che ciò implichi anche assenso a farla apparire pubblicamente sui social. Quindi, chi pubblica sul proprio o sul profilo altrui di Facebook la foto di un soggetto senza aver prima ottenuto da questi l’autorizzazione commette un reato.

Per sapere di più leggi l’articolo: Foto pubblicate su Facebook senza autorizzazione, cosa si rischia? è un reato penale?

Il rischio aumenta se sono i genitori a Postare foto dei propri figli su Facebook.

Non solo è sconsigliabile per la privacy dei bambini ma potrebbe esporre i genitori social-dipendenti al rischio di multe anche salate.

Per sapere di più leggi l’articolo: Foto bambini su Facebook: i figli a 18 anni possono denunciare i genitori?

Video in classe: Garante della Privacy

Il Garante della Privacy, si è occupato della riservatezza nelle scuole, pubblicando una guida sull’uso dei cellulari in classe.
Nella guida al capitolo della violazione della Privacy, si legge: “In caso di violazione della privacy – come ad esempio la diffusione sul sito internet della scuola dei dati personali in assenza di una idonea base normativa, oppure il trattamento dei dati senza aver ricevuto una adeguata informativa o senza aver espresso uno specifico e libero consenso, qualora previsto – la persona interessata (studente, professore, etc.) può presentare al Garante un’apposita “segnalazione” gratuita o un “reclamo” (più circostanziato rispetto alla semplice segnalazione e con pagamento di diritti di segreteria). Il “ricorso”, invece, è riservato al caso in cui il titolare del trattamento non abbia dato adeguato riscontro alla richiesta dell’interessato di esercitare i propri diritti (accesso ai dati personali, aggiornamento, rettifica, opposizione, …. ) assicurati dal Codice della privacy. In alternativa al ricorso presentato al Garante, la persona interessata può rivolgersi all’autorità giudiziaria ordinaria”
Prima di diffondere un video, si deve presentare particolare attenzione.

Sulla violazione della privacy è intervenuta una recente legge a tutela dei ragazzi sul bullismo e cyberbullismo, con pene più severe.

Video in classe: pene severe dalla scuola, brutto voto in condotta?

Pubblicare video o foto, effettuate nell’orario o nella pausa scolastica è reato, ma la scuola come si comporta? Un brutto voto in condotta? Recentemente il Tar Lombardia si è occupato di questo problema, molto diffuso nelle scuole.


Secondo il Tar della Lombardia, l’istituto scolastico, deve accertare se vi è stata coscienza della negatività del comportamento. Inoltre ci potrebbero essere più corresponsabili, fino a che punto sia stato rispettato l’obbligo di dire la verità o per paura si cerca di coprire il vero responsabile o responsabili. Se uno dei responsabili denuncia il compagno colpevole non subisce la sanzione disciplinare. La scuola deve sempre dare la possibilità all’alunno colpevole di rimediare al danno, dando segno di maturità e crescita.

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