Video hard amatoriali tra minori: è reato condividerli con agli amici

Video hard amatoriali tra minori, è rato di pornografia minorile, conservare e mostrare un proprio filmato a luci rosse con minorenni.
8 anni fa
1 minuto di lettura

Video hard amatoriali tra minori, ormai sempre più diffusi. Con i cellulari i ragazzi riprendono di tutto e ogni istante della propria vita, ma sempre più spesso si resta intrappolati nella condivisioni di immagini e video hard.
Si moltiplicano sempre più i casi di persone coinvolte, loro malgrado, nella pubblicazione e divulgazione di video a luci rosse. Questi danneggiano l’immagine della persona e crea traumi. Il più delle volte viene fatto per ragioni di vendetta dopo la fine di una relazione.

Un fenomeno che porta ad eventi spiacevoli e epiloghi tragici, come si sente ultimamente nei fatti di cronaca.

Video hard tra i minori: come difendersi

Il nostro ordinamento prevede una maggior tutela quando nel video hard è coinvolta almeno una persona minorenne. Una delle applicazioni delle leggi in materia di reati sessuali minorili riguarda la condotta di chi mostra il proprio filmino ad altri.
Il codice penale punisce attraverso il reato di pornografia minorile (Art. 600-ter), più fatti differenti e poco omogenei fra loro. Rientrano fra questi la realizzazione di esibizioni pedopornografiche, la produzione di materiali pedopornografici, fatti su qualsiasi supporto (cartaceo, video, informatico, ecc.), il reclutamento o l’induzione di minori a partecipare a tali pratiche, il commercio, la distribuzione, la cessione, la diffusione, la divulgazione, la pubblicizzazione e lo sfruttamento di tali materiali.
Mostrare un video sessuale che ritrae una persona minorenne, anche se coinvolge la propria persona, è penalmente punibile.

Video hard tra i minori: nuovo testo alla Camera

Nuovo testo del disegno legge con pene più severe. Il testo illustra forme di bullismo e cyberbullismo  tra cui “la realizzazione e la diffusione online, attraverso Internet, chat-room, blog o forum, di immagini, registrazioni o altri contenuti aventi lo scopo di offendere l’onore e la reputazione della vittima”

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